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Filippo Turetta sarà per la prima volta in un’aula di Tribunale. E per la prima volta incontrerà faccia a faccia Gino Cecchettin, il padre di Giulia, uccisa a 22 anni l’11 novembre 2023. Domani comparirà davanti ai giudici della Corte d’Assise di Venezia per la seconda udienza del processo di primo grado.
Il 23enne di Torreglia, in provincia di Padova, reo confesso dell’omicidio, deve rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, di sequestro di persona, di occultamento di cadavere e di stalking. Rischia l’ergastolo.
Gino Cecchettin: “Mi aspetto solo una pena giusta, non voglio vendetta”
dal nostro inviato
Turetta, rinchiuso nel carcere Montorio, a Verona, uccise Giulia a coltellate in un parcheggio a Fossò, in provincia di Venezia, prima di abbandonare il corpo in una scarpata a Piancavallo, sulle sponde del lago di Barcis, e iniziare una fuga durata circa 10 giorni, finita poi in Germania.
L’esame dell’imputato è stato chiesto da pubblica accusa e parti civili e in aula, nel corso della prima udienza, il 23 settembre scorso, l’avvocato Giovanni Caruso, legale difensore del 23enne, aveva ricordato che era stato lo stesso Turetta a chiedere di essere interrogato. La Corte d’Assise ha accolto l’accordo tra le parti in causa di procedere speditamente, come previsto dal rito abbreviato, per giungere il 3 dicembre alla prima sentenza. Nessun testimone, dunque, in aula, ma dopo l’interrogatorio e il controesame, altre due udienze già fissate per i prossimi 25 e 26 novembre per la discussione delle parti e il 3 dicembre per le eventuali repliche e la sentenza.
Il delitto Cecchettin
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La famiglia di Giulia Cecchettin, ammessa come parte civile nel processo, ha chiesto un risarcimento di oltre 2 milioni di euro. La richiesta dell’avvocato Stefano Tigali, che rappresenta Gino Cecchettin, è di oltre un milione di euro. Più o meno dello stesso importo la richiesta di Elena Cecchettin, sorella della 22enne, rappresentata dall’avvocato Nicodemo Gentile.