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Fitto audito al Parlamento Ue, ma la decisione è rinviata. Il segnale di FdI: “Voteremo sì a Ursula”

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BRUXELLES – Raffaele Fitto è stato messo sulla “graticola” nell’audizione per la sua candidatura come commissario e vicepresidente della Commissione Ue. E rimarrà sospeso almeno fino a domani. E i gruppi che non si ritengono soddisfatti spingono addirittura per aspettare la prossima settimana. In particolare i gruppi Liberali, Verdi, Sinistra e S&D hanno sottolineato la sua appartenenza ad un partito politico considerato antieuropeista e neofascista. E sono stati evidenziati i voti FdI contro Ursula von der Leyen e nella scorsa legislatura il suo contro il Recovery Fund e in difesa di alcuni Paesi che violavano lo stato di diritto. Per questo hanno chiesto di rinviare il voto. E molto probabilmente sarà uno scrutinio contemporaneo su tutti i vicepresidenti e anche sul commissario ungherese Varhelyi.

Anche se, soprattutto i socialisti, non hanno calcato la mano. Anzi il rappresentante del Pd è stato assolutamente morbido dando anche la possibilità al ministro italiano di ricordare la collaborazione con alcuni ex sindaci e presidenti di regione dem (da Bonaccini a De Caro).

La nomina di Fitto in Europa divide la maggioranza Ursula

dal nostro corrispondente Claudio Tito

12 Novembre 2024

Il negoziato per la sua elezione è ancora in corso ma sembra soprattutto una finzione. Il Pse si aspetta solo una rassicurazione da Ursula von der Leyen (forse una lettera) per ribadire che la maggioranza politica non cambia, senza l’Ecr di Meloni. Non è un caso che Fitto abbia insistito sull’idea che la sua vicepresidenza non è legata al partito ma al Paese. “Voglio essere chiaro – ha ripetuto – non sono qui per rappresentare un partito politico. Non sono qui per rappresentare uno Stato membro. Sono qui oggi per affermare il mio impegno per l’Europa. Sono consapevole dei requisiti imposti ai membri della Commissione in base ai trattati e al codice di condotta. Se confermato, li rispetterò rigorosamente e agirò sempre e solo nell’interesse della nostra Unione e dei nostri cittadini”. Fitto ha cercato di rassicurare anche sullo Stato di diritto, tema sollevato a più riprese dalla grillina Palmisano, dal liberale Gozi e da diversi esponenti dei Verdi. “Diventa difficile – è stata la sua difesa – l’esercizio di estrapolare qualche dichiarazione da un dibattito politico di qualche anno fa con il ruolo politico che ognuno di noi ha. Io oggi sono qui per un’altra questione per rappresentare la Commissione europea”.

Ad alcuni parlamentari che hanno evidenziato che nel suo discorso ha fatto riferimento solo alla sua esperienza nella Dc e non a FdI, ha risposto: “Io ho citato la Democrazia cristiana che è stato il mio primo partito nella mia lunga attività politica, che non è affatto breve, e le esperienze sono state differenti perché l’Italia ha vissuto diverse fasi. Non ho indicato tutte le altre mie esperienze politiche ma come ho detto nel mio discorso iniziale io sono qui anche perché il mio governo guidato da Giorgia Meloni mi ha proposto di questo io sono onorato e lo sottolineo”. “Se le do l’idea di un fascista – ha quindi replicato ad una deputata verde – faccia lei, decidete voi, a me sembra che siano temi e argomenti lontanissimi da qualsiasi ipotesi reale, è una suggestione che sinceramente non riesco nemmeno a cogliere”.

I socialisti hanno dunque chiesto di far slittare la Decisione. C’è un tentativo di Renew di chiudere la partita oggi. Ma viene considerato pericoloso dal Ppe che teme la contrarietà della sua delegazione spagnola alla vicepresidente Ribera. E anche la disponibilità dei neonazisti di Afd a sostenere Fitto potrebbe diventare oggi un ostacolo per portare a termine la trattativa.

Ogni stop alla procedura infatti rischia di allungare eccessivamente i tempi di insediamento della nuova commissione. Giorgia Meloni ad esempio ha avvertito che non accetterebbe un downgrading di Fitto e non permetterebbe in quel caso la nascita dell’“Ursula bis”. E la stessa minaccia la sta brandendo Orbán con Varhelyi. Il gioco degli incastri e e dei veti incrociati porterà a lasciare tutto così com’è. Con una sola variabile: il tempo.

Intanto, nel pomeriggio, arriva un segnale di Fratelli d’Italia per bocca del capodelegazione a Bruxelles, Carlo Fidanza, che annuncia il voto favorevole a Ursula von der Leyen: “Sul voto alla nuova Commissione Ue – afferma – esattamente come fu 5 anni fa le diverse delegazioni nazionali del gruppo Ecr valuteranno autonomamente come esprimersi, la delegazione di Fratelli d’Italia sarà favorevole”.

 

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