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Forza Italia sfida la maggioranza sulle carceri. Gli azzurri infatti hanno presentato sul tema delle detenute madri un emendamento al ddl Sicurezza che questa settimana approda in aula alla Camera. L’emendamento, rispetto al testo che arriva nell’emiciclo, ripristina il differimento obbligatorio della pena per le madri di bambini neonati (di età compresa tra gli zero e i 12 mesi), in modo che nessun bambino debba passare i primi mesi dietro le sbarre.
L’emendamento introduce un elemento nuovo che, viene spiegato, ha l’obiettivo di togliere impunità per le recidive, che ricorrono alle gravidanze per evitare il carcere: il magistrato dovrà infatti operare una valutazione. Qualora valuti che il differimento della pena alla madre costituisca “grave pregiudizio all’integrità psico fisica del minore”, allora “l’esecuzione della pena deve avere luogo presso un istituto a custodia attenuata per detenute madri”. In pratica se si è in carcere per un “incidente”, madri e bambini restano fuori, se al contrario il bambino esce e vive in una condizione di illegalità e indigenza peggiore del carcere, allora vanno in un istituto per detenute madri.
(ansa)
Intanto, sempre a proposito del ddl Sicurezza, il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, ha risposto a una domanda sulla stretta, proposta dalla Lega, per togliere la cittadinanza agli stranieri che delinquono, dopo averla ottenuta. “Se avessimo avuto l’idea di far revocare la cittadinanza a chi delinque – ha spiegato Tajani -, avremmo presentato una proposta di legge”.
L’odg della Lega, a prima firma Laura Cavandoli, chiede di impegnare il Governo “a ricusare la cittadinanza agli stranieri condannati per gravi delitti verso lo Stato e verso le persone. Inoltre, se durante il procedimento per acquisire la cittadinanza ci sono dei gravi reati contestati, si chiede di sospendere il termine che permette di arrivare al rilascio – ha spiegato la deputata leghista –. Chiaramente se c’è un’assoluzione la sospensione viene cancellata mentre se invece si arriva a condanna è chiaro che l’effetto è quello di precludere la cittadinanza”.