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Forza Italia, si apre l’era post-Berlusconi. Tajani eletto segretario, non presidente. Commosso legge la lettera dei figli: “Continuate a far valere sue idee”

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“Io credo che questo partito politico non possa più avere un presidente per questo prevedo di modificare nello statuto la parola presidente con la parola ‘segretario nazionale’. Perché c’è solo un presidente”, dice Antonio Tajani aprendo il consiglio nazionale di Forza Italia all’hotel Parco dei principi di Roma. La sua proposta è stata approvata dal consiglio nazionale. E il coordinatore nazionale azzurro è stato eletto all’unanimità nuovo segretario nazionale ‘pro tempore’. Una nomina condivisa dal partito che Tajani ricoprirà fino al prossimo Congresso nazionale che dovrebbe tenersi prima delle Europee. Non sarà quindi presidente, carica che resterà per sempre al fondatore del partito Silvio Berlusconi

La lettera dei figli di Berlusconi

Il Consiglio di Forza Italia, il primo senza Silvio Berlusconi, si apre con un applauso di cinque minuti rivolto al leader recentemente scomparso. A aprire la seduta il ministro degli Esteri e coordinatore nazionale del partito che si commuove. E si chiude ancora . In prima fila la ministra Annamaria Bernini, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, il sottosegretario Paolo Sisto, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, e i capigruppo al Senato e alla Camera Licia Ronzulli e Paolo Barelli.

“Non è facile iniziare questa giornata – dice Tajani in lacrime quasi – ieri sera ho ricevuto una lettera affettuosa da parte della famiglia Berlusconi che mi ha pregato di leggere: Carissimi grazie per l’appoggio e per la vicinanza che avete dato sempre al nostro papà. Grazie per tutto ciò che farete per far continuare a vivere gli ideali di libertà, progresso e democrazia che hanno sempre contraddistinto il suo pensiero e le sue azioni. Un abbraccio grande a tutti, con i migliori auguri di buon lavoro”.

Forza Italia, Tajani si commuove nella dedica alla famiglia: “Mi scuso per aver sottratto tempo”

“Questa lettera ci incoraggia. Realizzeremo i sogni di Berlusconi ma abbiamo bisogno di tutti nel partito”, ha commentato Tajani. La sua proposta la proposta di modificare nello statuto la parola presidente con la parola ‘segretario nazionale’, messa ai voti per alzata di mano, è stata approvata all’unanimità come ha riferito in sala la capogruppo al Senato, Licia Ronzulli.

“Guidare Forza Italia è un’impresa davvero complicata perché non ci sarà mai nessuno” come Silvio Berlusconi. Ma adesso tutti insieme dobbiamo rendere onore a quello che ha fatto e non disperdere tutto il patrimonio che ci ha lasciato, come una grande eredità che noi abbiamo, e guai se i figli disperdono l’eredita del padre”, ammonisce il neo segretario di FI.

La proposta di Tajani: segretario non presidente

Il Consiglio nazionale di Forza Italia ha poi votato sempre all’unanimità il documento che “affida ad Antonio Tajani e agli organi dirigenti monocratici collegiali secondo le rispettive competenze previste dallo statuto il compito di guidare il movimento fino al congresso nazionale in spirito unitario, nella continuità con le idee e i principi del nostro fondatore”.

Tajani eletto segretario

E il Consiglio gli ha poi affidato la guida del partito fino al prossimo Congresso nazionale che dovrebbe tenersi prima delle europee. L’attuale coordinatore nazionale azzurro, dopo l’ok di oggi alla modifica statutaria da lui stesso proposta, si chiamerà dunque segretario nazionale, non sarà più presidente, carica che resterà per sempre al fondatore del movimento forzista Berlusconi scomparso il 12 giugno scorso. 

“Mi considero prima di essere un segretario nazionale, un militante di FI. Gradi e pennacchi non mi entusiasmano ma i valori in cui credo e crediamo tutti assieme. L’ultimo sondaggio che ho ricevuto ci dice che siamo all’11% – commenta il ministro degli Esteri – Forza Italia alle prossime Europee guarda al grande partito dell’astensione. Noi vogliamo essere il centro, la pietra angolare del sistema politico italiano, e vogliamo essere il centro del centrodestra. Siamo alleati ma siamo diversi dai nostri alleati. Non intendiamo rinunciare alla nostra identità, ma far sì che la nostra identità rafforzi l’azione del governo”.

Tajani: “FI garantista ma non contro i magistrati”

Tajani si inserisce anche nel dibattito sulla giustizia che sta animando la maggioranza. “Portiamo sui tavoli del governo le nostre idee, le nostre proposte, i

nostri valori”, “dobbiamo concludere la nostra rivoluzione liberare” e “dovremo andare avanti su un principio fondamentale per noi che è il garantismo. Lo voglio dire in maniera molto chiara: essere garantista non significa essere deboli o conniventi con chi compie dei crimini, ma essere figli della nostra cultura giuridica perché noi siamo la patria di Cesare Beccaria”, “essere garantisti non significa essere contro i magistrati, non significa essere deboli nei confronti della criminalità organizzata, noi fortemente impegnati contro le mafie senza alcun tentennamento – precisa Antonio Tajani subito dopo l’elezione a

segretario di Forza Italia – Quando chiediamo la separazione delle

carriere non c’è nulla contro i magistrati”.

Presente anche Weber, leader Ppe 

“Ti ringrazio per la tua leadership”, dice il presidente del Ppe, Manfred Weber, rivolgendosi ad Antonio Tajani, presente anche lui al consiglio nazionale. “Forza Italia è il centrodestra in Italia. Forza Italia è il Ppe in Italia. Sono fiducioso nel futuro perché conosco Forza Italia e la sua gente e la loro motivazione – ha aggiunto – Le radici cristiane ci guidano. Questa parola appartiene molto al presidente Berlusconi: libertà. Solo Forza Italia e un forte Ppe possono guidare l’Ue. Forza Italia Forza Europa”, ha continuato. 

Dedicare il Ponte sullo Stretto a Berlusconi e proposta premierato

Inserita nel documento programmatico c’è anche la proposta di dedicare ponte sullo stretto a Berlusconi (idea lanciata già a pochi giorni dalla morte del leader azzurro). E anche la proposta di elezione diretta del presidente del consiglio, il cosiddetto premierato che rientra in un percorso di riforme costituzionali che il governo Meloni vorrebbe realizzare.

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