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Fratoianni: “Calenda fuori? Non cambia nulla, il nemico da battere resta lo stesso”

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ROMA – Raggiungiamo Nicola Fratoianni al telefono mentre è diretto alla Versiliana. Sulla Livorno-Pisa il segretario di Sinistra Italiana racconta di aver incontrato tempeste e alberi divelti: “Poi dicono che i cambiamenti climatici non esistono”. Ma è dell’uragano Calenda che si è abbattuto sull’alleanza di centrosinistra, rompendo il patto con il Pd, che si deve parlare.

Segretario, è cambiato tutto?“Per quello che ci riguarda non è cambiato nulla. C’è una campagna elettorale difficile da attraversare con passione. Certo, però, che è mutato per l’ennesima volta il quadro politico. Ma in queste settimane ho tenuto un profilo lineare: tenere al centro i contenuti e costruire un assetto più largo possibile”.

Vuol dire riaprire il perimetro dell’alleanza ai 5S?“La mia posizione su una possibile apertura ai 5S è nota. Ho detto più volte che sarebbe stato auspicabile il massimo allargamento possibile. Perché anche battere la destra è un programma. Non voglio aggiungere altro perché ora sono dentro un quadro politico, e in questo quadro lavoro. Tenendo ben presente l’allarme di Zagrebelski ieri proprio su Repubblica: siamo di fronte a una scelta, il rischio è di cadere nel modello di Orbán”.

Rischio ancora più concreto senza Calenda per via della legge elettorale che premia le alleanze.“Insieme a Bonelli e Letta abbiamo siglato un accordo elettorale che implica di assumerci una quota parte di responsabilità, contribuire al massimo, prendere più voti possibili. Quindi pensiamo a parlare dei temi che interessano davvero le persone, di un Paese più giusto, in grado anche di accarezzare le differenze e non di bastonarle, come fa la destra. Perché riconoscere le differenze è un principio di rispetto”.

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di
Stefano Cappellini

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Rispetto che è mancato al leader di Azione?“Smettiamo di discutere di persone, non l’ho mai fatto, né ho posto veti. Di Calenda si chieda a Calenda. In queste settimane mi ha riservato una serie di epiteti irrispettosi a cui io non ho mai risposto. Perché il mio avversario è la destra italiana, e le mie priorità sono l’agenda sociale e quella ecologica. Sono in grado di distinguere bene”.

Con la dissoluzione del “patto di governo’ tra dem e Azione, cambierà natura il vostro patto ‘elettorale’ con il Pd? Per quanto l’idea di andare a Palazzo Chigi sembra un po’ remota, lo possiamo iniziare a considerare comunque un accordo di governo?“Premesso che l’esito delle elezioni lo conosceremo soltanto il 26 settembre, non credo che quello che è capitato indichi la necessità di cambiare la natura del nostro patto. Al Nazareno abbiamo indicato chiaramente qual è il punto fondamentale dell’accordo, ossia la difesa del nostro assetto democratico. Punto che considero profondamente politico. Poi noi abbiamo nel programma delle convergenze con il Pd, ma anche delle divergenze, com’è noto, a partire dalle idee sul modello Draghi. L’idea di trasformare l’accordo con il Pd in un patto di governo sarebbe dunque irrispettoso, proprio in virtù della modalità corretta con cui ci siamo posti di fronte al Paese. Per non dire che sarebbe curioso se io dovessi prendere il posto di Calenda”.

La rottura tra Pd e Azione la fa stare più sereno? Il vostro popolo non lo aveva apprezzato molto.“Sarò sereno solo se riusciremo a vincere le elezioni e a impedire a questa destra di andare a governare con le sue terribili ricette. Se riusciremo a costruire un Paese che investa finalmente sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, sulla transizione ecologica del modello industriale, sulla transizione energetica, sulla redistribuzione della ricchezza a cominciare dai grandi patrimoni, sull’istruzione gratuita”.

Calenda ha rotto con il Pd perché lo voleva alla sua sinistra, ma non ha accettato voi di Sinistra Italiana, non è paradossale?“È paradossale che si continui a dare patenti in giro. La sinistra non è un’etichetta, non basta dichiararsi tali. È di sinistra chi riesce a mettere in campo un progetto radicalmente alternativo alla destra, con un modello economico e sociale solidale e sostenibile”.

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