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Il Covid oggi procede con due marce diverse. E il perché resta un mistero. I casi da un lato continuano ad aumentare da metà settembre, ma a un ritmo più blando rispetto all’accelerazione brusca di un paio di settimane fa. Secondo il rapporto della Fondazione Gimbe, negli ultimi 7 giorni i contagi sono cresciuti del 20,3%, meno rispetto al +34% del 29 settembre e soprattutto al +52% del 6 ottobre.
In aumento i casi gravi
I ricoveri e i decessi invece continuano a puntare con decisione verso l’alto. Sempre secondo i calcoli di Gimbe, i ricoveri ordinari sono aumentati nell’ultima settimana del 30% e le terapie intensive addirittura del 44,5%. Anche i decessi sono cresciuti a un tasso doppio rispetto ai contagi: 39,9%. I posti letto occupati in ospedale oggi sono 6.259 (il 24 settembre erano 3.293).
La media degli ingressi giornalieri in terapia intensiva è passata dai 21 di due settimane fa ai 29 della settimana scorsa. La media dei decessi giornalieri è invece salita da 40 a 56.
Interpretare questo doppio binario che la pandemia ha preso in questi giorni non è semplice. Cesare Cislaghi, ex presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia e docente all’università di Milano, definisce “sorprendente, o preoccupante, la crescita delle ospedalizzazioni fra i positivi al virus”.
Le ipotesi
Può darsi che sia l’onda lunga della crescita dei contagi di due-tre settimane fa, ma Cislaghi avanza anche due ipotesi alternative. La prima è che sia diventata più rara l’abitudine di effettuare un tampone ufficiale, e che molti sintomi siano trascurati o diagnosticati con un tampone fai da te. “Se così fosse, il numero di contagiati consapevoli sarebbe oggi superiore di circa la metà rispetto ai dati ufficiali. L’incidenza non sarebbe quindi di 40mila casi al giorno, ma di 60mila. I positivi non sarebbero 500mila, bensì 750mila”.
La seconda ipotesi, la più inquietante, è che “il virus abbia ripreso virulenza, o forse i vaccinati abbiano perso parte della protezione. Ma speriamo che questa interpretazione non sia quella giusta” commenta Cislaghi.
L’aumento dei contagi ha fatto crescere leggermente le vaccinazioni, soprattutto fra i bambini che vanno a scuola. Nel complesso della popolazione, calcola Gimbe, c’è stato un aumento delle somministrazioni del 4% rispetto alla settimana precedente. La crescita nella fascia 5-11 anni è stata del 6,2%.
La pandemia cresce in tutta Europa
L’aumento di ricoveri e morti rispetto ai contagi è un fenomeno osservato anche altrove. La Germania ad esempio, secondo i dati dell’Oms, è il paese al mondo dove si sono registrati più contagi negli ultimi 7 giorni (508mila, con un aumento del 12%), seguito da Cina (333mila, +10%), Francia (323mila, +4%), Stati Uniti (283mila, +9%) e al quinto posto Italia (280 mila contagi con un aumento del 30% rispetto ai 7 giorni precedenti). Resta stabile il numero dei decessi nel mondo: circa 9mila settimanali, un terzo dei quali negli Stati Uniti.
Il sospetto di una nuova variante
In Gran Bretagna ci si chiede da tempo se una nuova variante non abbia cominciato a circolare sottotraccia. In quel paese il calo dei tamponi è ancora più vistoso rispetto all’Italia. Non avendo campioni da analizzare, è più difficile che un nuovo ceppo del virus venga identificato presto.
La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha osservato che la variante dominante, Omicron 5, sta perdendo terreno in tutto il mondo: in due settimane è passata dall’81% al 76%. Un vero successore fatica però a imporsi. In questo momento nel mondo circolano diverse decine di sottovarianti molto abili nell’aggirare le nostre difese immunitarie (quindi anche in parte i vaccini e gli anticorpi monoclonali). Può darsi che l’aumento dei casi di questi giorni non sia una vera e propria ondata, ma solo un aumento dei contagi legato all’autunno, e che una nuova ondata verrà innescata solo con l’arrivo di un nuovo ceppo dominante.