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Giornata senza tabacco, in Lombardia la spesa media per le sigarette è di 1.300 euro all’anno: “Lo stipendio di un mese se ne va in fumo”

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Uno stipendio medio di un mese se ne va letteralmente in fumo, ogni anno, per le sigarette. In Lombardia a ogni fumatore, tra sigarette tradizionali ed elettroniche, la dipendenza costa più di 25 euro alla settimana, e oltre 1.300 euro all’anno. Più alle donne: le fumatrici sono un po’ più (57 per cento) dei fumatori e quasi la metà di loro (il 48 per cento) hanno tra i 55 e i 70 anni d’età. Molte di loro avrebbero il desiderio di smettere di fumare, solo che non ci riescono. Sono i risultati di un’indagine sulle abitudini del fumo che la Lilt ha commissionato all’istituto di ricerca Swg per indagare le scelte e i modelli di 1.450 fumatori lombardi, maschi e femmine, tra i 18 e i 70 anni.

In occasione della giornata mondiale senza tabacco (domani) la Lega Italiana per la Lotta contro i tumori fa il punto e rilancia la sua battaglia contro il tabagismo. Rispetto all’anno scorso i fumatori tradizionali, quelli che comprano pacchetti di sigarette in tabaccheria, sono scesi dal 37 al 33 per cento mentre sono invece aumentate (tra il 2 e il 4 per cento) le persone che sono passate alla sigaretta elettronica o alla combinazione tra quella e dispositivi elettronici simili e da poco immessi sul mercato, utilizzati attualmente in combinazione da più del 40 per cento del totale dei fumatori, occasionali o abituali.

Il boom del 2023 in Lombardia è dato dal consumo dei dispositivi usa e getta, utilizzati da quasi un fumatore su cinque (uno ogni tre persone tra i giovani sotto i 24 anni). Un terzo dei fumatori ha iniziato a fumare prima dei 16 anni, altri tra i 18 e i 24 e quasi tutti i ragazzi e le ragazze hanno dichiarato di aver cominciato in occasione di momenti con gli amici, o con le amiche. A oggi 3 fumatori su 5 dichiarano che vorrebbero smettere, in particolare tra gli under 35, fascia di età in cui almeno un fumatore su 5 ha partecipato a incontri introduttivi sulla prevenzione e la sensibilizzazione contro il fumo, mentre superano il 30 per cento i fumatori che dicono che il fumo per loro è una dipendenza e ne parlano come di una condanna.

Tra i 18 e i 24 anni i giovani che dicono che smetterebbero sono il 69 per cento, la percentuale degli intenzionati a lasciare il fumo scende con l’avanzare dell’età, e solo il 30 per cento degli intervistati dichiara che un eventuale divieto assoluto di fumare, come quello imposto ai giovani in Nuova Zelanda, potrebbe essere un provvedimento efficace per evitare l’inizio al fumo dei giovanissimi, ma teme che possa invece generare un aumento del business del tabacco sul mercato nero. In Lombardia resta anche una parte, tra il 25 e il 40 per cento, di fumatori incalliti e irriducibili insensibili ai meccanismi di prevenzione, e un fumatore su 4 dichiara che non dovrebbe esserci nessuna strategia pubblica di riduzione del fumo.

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