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Giustizia, voto e toghe in politica: ora i partiti all’attacco sulla riforma del Csm

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ROMA – Ce la farà la riforma del Csm a essere approvata prima della scadenza del Consiglio attuale? E cioè l’inizio di luglio? Quando, appena finito il consiglio dei ministri, hanno posto questa domanda alla Guardasigilli Marta Cartabia lei ha risposto che sì, proprio lo stato già avanzato della riforma alla Camera, consentirà un voto in tempo, senza dover ricorrere alla proroga dell’attuale Csm. Ma dopo 24 ore, una rapida carrellata nella maggioranza consegna la foto di un percorso in salita. E se il partito che appare “più fedele” a Cartabia è il Pd, gli altri gruppi presentano un conto salato. Che potrebbe trasformare il dibattito nella commissione Giustizia, a partire da lunedì, in una corsa contro il tempo, visto che il voto sulla riforma è previsto in aula per la fine di marzo, e Draghi ha garantito che non ci sarà la fiducia, com’è accaduto per le riforme del penale e del civile.

Giustizia, passa la riforma del Csm. Anche chi ha ruoli di governo non potrà più indossare la toga

di
Conchita Sannino

11 Febbraio 2022

Così sembra cadere nel vuoto l’appello del vice presidente del Csm David Ermini quando dice: “Nell’interesse dei cittadini, come ha ammonito il presidente Mattarella, la giustizia non può essere terreno di scontro, di contrapposizioni elettorali o di diffidenze corporative. Né, a maggior ragione, può trasformarsi in resa dei conti mettendo a rischio l’indipendenza della magistratura”. Ma lo scenario potrebbe essere tutt’altro.

Riforma Csm, il presidente Ermini: “Segna una cesura con il passato”. Tajani (Fi): “Il sistema del voto non va. Lo cambieremo in Parlamento”

12 Febbraio 2022

Ecco nel dettaglio le varie posizioni dei partiti.

Lega: sì al sorteggio dei magistrati

Giulia Bongiorno affila i coltelli. “Le misure proposte combattono le degenerazioni del correntismo” dice la senatrice responsabile Giustizia della Lega. “La legge elettorale di Cartabia non incide a sufficienza, perché si sa già che saranno eletti 7 consiglieri di Area e 7 di Magistratura indipendente. Serve assolutamente il sorteggio tra magistrati che hanno la terza valutazione di professionalità e senza procedimenti disciplinari, poi tra i sorteggiati si vota”. Non basta. Bongiorno vuole “codificare” le circolari del Csm “perché vengono scritte, ma interpretate in modo vario a seconda delle correnti, invece deve valere una lettura univoca”. E ancora, “sanzioni disciplinari più rigorose”. Sull’accesso alla carriera un tirocinio prima del concorso.

Forza Italia: separazione delle funzioni

“Il sistema elettorale non va bene, lo correggeremo in Parlamento con un sorteggio temperato” annuncia il vice presidente di Fi Antonio Tajani. Proprio come la Lega. E il capogruppo in commissione Giustizia Pierantonio Zanettin già lavora alle modifiche. “Dopo la war room con Berlusconi e Ghedini, Draghi ha garantito che non ci sarà la fiducia. Su due punti ci teniamo le mani libere: la separazioni delle funzioni, un solo cambio di casacca, dopo 4-5 anni dall’ingresso in carriera. Inoltre il sistema elettorale proposto è un arretramento rispetto a quello in vigore perché prevede liste che oggi non ci sono. Siamo per il temperato gradito dal 42% dei magistrati che hanno votato al referendum dell’Anm e che è costituzionale”.

Fratelli d’Italia: giudici e pm ognuno con il suo Csm

“Abbiamo invitato la ministra Cartabia alla festa di Atreju, abbiamo ascoltato un bel confronto tra lei e Nordio, ma poi la Guardasigilli non ci ha neppure convocati” esordisce Carolina Varchi, protagonista di infuocati interventi in aula. “Gli emendamenti? Non li conosciamo. Ma le nostre proposte sono già in commissione da mesi. Le porte girevoli? Vanno chiuse per tutti, anche per chi non è eletto. Il sorteggio è la madre di tutte le riforme, a fortiori è l’unico metodo per disarticolare le patologie del correntismo, e poi nella stessa Anm non lo vuole solo Articolo 101, ma anche Mi. Vogliamo la separazione delle carriere e due Csm perché i giudici non possono decidere le promozioni dei pm e viceversa”.

Pd: allentare la stretta sui capi di gabinetto

“È una riforma, non una ok Corral, va migliorata, ma non certo affossata” dice la responsabile Giustizia del Pd Anna Rossomando. E Walter Verini, il relatore alla Camera, mette paletti: “In Parlamento la sosterremo contro tentativi di stravolgimento”. Quindi no a modifiche che suonino come vendette nei confronti dei pm. Nel merito? Rossomando elenca i punti da cambiare: la modifica della norma troppo penalizzante nei confronti dei capi di gabinetto e dei responsabili degli uffici legislativi; ritocchi alla legge elettorale “per garantire una partecipazione aperta”; la piena incompatibilità tra cariche elettive e funzioni giudiziarie, anche per i non eletti. Infine una delibera dell’Ordine per far votare gli avvocati nei consigli giudiziari.

Movimento 5 Stelle: argine alle correnti e minoranze tutelate

L’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede vede nella riforma Cartabia “la sua riforma”. Per migliorarla i suoi deputati, la responsabile Giustizia Giulia Sarti e il relatore Eugenio Saitta, chiederanno il sorteggio dei membri delle commissioni del Csm, che era già nella Bonafede. Nonché, dice Saitta, “interventi mirati nella legge elettorale per garantire la presenza dei gruppi minori rispetto alle correnti più forti anche ampliando la quota proporzionale”.
Sarti, contro il Pd che vuole allargare le maglie, vuole stringere quelle degli avvocati che votano sulla carriera dei giudici nei consigli giudiziari. Il M5S proporrà di cancellare la norma “perché non basta che a esprimersi sia il consiglio dell’Ordine per evitare giudizi personalizzati”.

Italia viva e Azione: no a porte girevoli e pagelle più severe

Modifiche “pesanti” da Italia viva, con Lucia Annibali, e da Azione con Enrico Costa. La prima: “Linea intransigente sulle porte girevoli, no a distinguere tra chi è eletto e chi non è eletto, tra chi ha incarichi di governo o un ruolo ministeriale, nessuna differenza tra Parlamento e amministrazioni locali”. Dubbi sul sistema elettorale e subito la scelta se vuoi fare il pm o il giudice. Da Costa mannaia sulle valutazioni di professionalità che “devono tenere conto in modo puntuale dei risultati dell’attività professionale, degli esiti delle inchieste, della tenuta delle sentenze, degli arresti ingiusti, delle persone mandate a processo senza prove sufficienti”.
 

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