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Gli alleati frenano il sogno Viminale di Salvini: “Squadra che vince non si cambia”

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Matteo Salvini l’ha detta così: “Per il Viminale sono a disposizione, ne parlerò con Piantedosi e Meloni”. Prima ancora di alzare il telefono, però, gli alleati di coalizione hanno cominciato a dire: no, grazie.

Il primo a frenare esplicitamente, mentre il congresso leghista è ancora in corso, è il portavoce azzurro Raffaele Nevi: “Per Forza Italia il governo va bene così”, commenta. Spendendo parole di stima per l’attuale titolare del Viminale, quel tecnico in quota Lega che ora la Lega scarica: “Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – assicura Nevi – sta facendo un ottimo lavoro”.

Interferenza poco gradita dal capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari, che subito replica: “Forza Italia può dire le sue cose, il Congresso della Lega dice quello che pensa la Lega. E la base della lega, i suoi militanti, i suoi dirigenti e il congresso della Lega ritengono che Matteo Salvini sia la persona migliore per il ruolo di ministro dell’Interno”.

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Ma a interrompere il sogno Viminale di Salvini si aggiunge, dopo qualche ora, anche Fratelli d’Italia con la voce del responsabile economico del partito Marco Osnato, intervistato da Affaritaliani.it: “È una legittima aspirazione di Matteo Salvini e della Lega. Ma come ha detto anche il presidente della regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga – continua – il ministro dell’Interno sta lavorando molto bene. E, come spesso afferma lo stesso Salvini, la squadra che vince non si cambia”.

Non fosse chiaro, Osnato lo spiega con altre parole: “Si tratta di un’ipotesi – aggiunge – che la Lega porta avanti, ma che dubito possa trovare concretezza”.

Ragionamento valido per un’altra richiesta avanzata dai parlamentari con la spilletta di Alberto da Giussano, nella due giorni fiorentina: “Le regioni dove governa la Lega devono restare alla Lega, tutte le regioni, Lombardia compresa” (auspicio espresso tra gli altri dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo). Sempre Nevi, su questo, si limita a rimandare il problema: “Sarà la coalizione a discutere del dossier”.

 

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