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“Il mio obiettivo è esprimere riconoscenza per quello che viene compiuto nelle missioni. È una occasione per me per esprimere quanto sia importante per la Repubblica l’opera svolta dalla forze armate, il servizio reso alla comunità nazionale, il grande contributo per la sicurezza”. Collegato in video, Sergio Mattarella ha parlato ai militari italiani impegnati all’estero nei teatri di operazioni internazionali, dal Libano all’Iraq. Ha rivolto i suoi auguri di buon Natale dalla sede del Comando operativo di vertice interforze, accompagnato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, dal capo di stato maggiore della Difesa, Luciano Portolano, e dal comandante del Covi, Francesco Figliuolo.
Un’occasione anche per ricordare, “con un pensiero di rimpianto, i caduti in servizio che fanno parte del patrimonio di memoria delle forze armate – le parole del capo dello Stato – Le missioni sono tutte importanti, tutte di grande rilievo anche se naturalmente di diverso calibro per quanto riguarda l’impegno partecipativo, le tensioni e le difficoltà. Ovunque però viene dimostrata alta professionalità, senso del dovere”, ha concluso il capo dello Stato.
Crosetto: “In Ucraina le nostre truppe di pace. Trump vorrà almeno il 2,5% per la difesa”
Crosetto: 2025 sia anno di pace
“Che il 2025 sia un anno di pace”. È l’augurio espresso di Crosetto davanti al presidente della Repubblica. Presenza che – ha premesso il ministro – “è per noi fonte di orgoglio e di motivazione e rafforza ancora di più l’impegno di ognuno di noi al servizio del Paese sia in Italia sia nei teatri operativi all’estero. Ognuna delle persone che servono nelle forze armate si sente portatore di qualcosa di più grande di lui, perché rappresenta le istituzioni, rappresenta il Paese. E lei, presidente, con la sua presenza ogni volta li aiuta, ci aiuta, perché sentire la più alta carica dello Stato, quella che rappresenta la Repubblica italiana, vicina in un momento come questo è importante per ognuno di noi – ha continuato Crosetto –È un riconoscimento che ognuno sente come riconoscimento personale, benzina che aiuta le persone a vivere anche situazioni difficili”. Per il ministro della Difesa i militari sono “le persone che meglio di chiunque altro hanno rappresentato in questi anni l’approccio italiano alle missioni di pace che sono in realtà qualcosa in più: io considero ognuno di quei luoghi un presidio di difesa italiana, pezzi della nostra difesa a cui abbiamo chiesto di andare in quelle aree per creare le condizioni da cui nasce la nostra sicurezza”.
Libano
“Auspichiamo stabilità per questo paese così tormentato”, dice, collegato con le missioni italiane Unifil in Libano a Shama, Nakura e Beirut dal Covi, il presidente Mattarella. Sottolinea l’importanza degli “aiuti alla popolazione civile e il contributo alla sanità” che vengono garantite dalla missione militare italiana in quel paese, che “è importante per la vita del Libano. Non mi sorprende la riconoscenza da parte della popolazione e anche la nostra, dei nostri connazionali per quanto fate”. “La formazione delle forze armate libanesi è decisiva – ha aggiunto il capo dello Stato -, l’addestramento è un contributo di grande rilievo, che si inserisce nell’azione dell’Italia e del nostro governo per rafforzare le forze armate libanesi, perché diano un contributo alla tranquillità. Un contributo fondamentale per il futuro del Libano”.
Iraq
In Iraq “la vostra è una missione importante in un quadro delicato in cui la nostra presenza è molto apprezzata perché si svolge con qualità e professionalità – ha detto Mattarella rivolgendosi ai militari presenti a Baghdad – La presenza contribuisce a portare serenità nella regione e questo è un compito molto importante”.
Mar Rosso
Il presidente della Repubblica si è rivolto anche ai militari a bordo del cacciatorpediniere Caio Duilio in navigazione nel golfo di Aden, nell’ambito dell’operazione Aspides, “Nel Mar Rosso si cerca di introdurre un gravissimo precedente, per cui un Paese rivierasco cerca di bloccare il traffico marittimo. La vostra è una missione che oltre a garantire la sicurezza della navigazione lancia al mondo un messaggio: ovunque vanno difese le linee di navigazione e la loro libertà”, ha affermnato Mattarella.
Balcani
L’ingresso dell’intera regione dei Balcani nell’Ue, invece, “richiede serenità. Da 25 anni Kfor è impegnata con dedizione in questa missione la seguo con attenzione e vedo il clima a volte volutamente acceso in sede locale che rende in maniera artificiosa difficile il dialogo tra Belgrado e Pristina. Fondamentale la vostra missione di tenerlo vivo – ha detto poi parlando con la missione italiana di comando di Kfor nel Kosovo – Il pericolo di intromissioni dall’esterno dei Balcani è molto alto. È evidente e facile da contrapporre l’esito di successo della missione. In questi anni senza Kfor ci sarebbero state esplosioni di violenza che avrebbero devastato il paese.
I nostri militari, ha concluso Crosetto, “sono in quei luoghi per creare i requisiti per cui non ci siano peggioramenti in scenari in cui i peggioramenti sono repentini e quotidiani. E lo fanno con un approccio che ha consentito loro di essere rispettati, anzi di essere richiesti: ogni volta che si parla di missioni di pace, di stabilizzazione o di formazione, abbiamo richiesta di nostro personale, perché la capacità dimostrata in questi decenni è una capacità unica. I nostri uomini e le nostre donne sono i migliori ambasciatori” di tutto questo.