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Quasi mezzo milione. Cinquecento mila euro che l’Università di Genova, tramite l’Avvocatura di Stato, chiede a 26 ex studenti di Economia e a un docente di scuola superiore. Che secondo la Procura per i ragazzi scriveva tesi, o risolveva sessioni di esame rispondendo da casa via WhatsApp in tempo reale.