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Gli Usa sanzionano i finanziatori di Hamas, uno è in Italia. Chi è Mohammad Hannoun

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Abita a Genova, da anni organizza raccolte di fondi a sostegno del popolo palestinese Mohammad Hannoun, l’architetto che, il dipartimento del Tesoro Usa ha sottoposto a sanzioni perché ritenuto un finanziatore di Hamas attraverso la Charity Association of Solidarity with the Palestinian People, o Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese (Abspp).

Per Hannoun non è la prima volta. Già in passato è stato coinvolto, con blocco di conti correnti, in inchieste legate sempre allo stesso motivo, la cosiddetta zona grigia in cui, fondi raccolti in Italia e in altri paesi europei per aiutare la popolazione palestinese, finirebbero in realtà nelle casse di Hamas.

L’ultima volta è accaduto nel luglio del 2023. Le autorità italiane si erano mosse su segnalazioni dei servizi di intelligence israeliani dello Shin Bet. In ballo cera circa un milione di euro suddivisi fra Italia, Germani e Stati Uniti.

Ancora prima la procura di Genova lo aveva accusato di sostenere gruppi terroristici palestinesi ma tutto si era chiuso con un nulla di fatto.

Hannoun sarebbe a capo di una sorta di confederazioni di associazioni nate con l’obiettivo di aiutare il popolo palestinese.

Alla fine del 2021, dopo una serie di segnalazioni all’Antiriciclaggio, un istituto di credito aveva sospeso l’operatività sui conti dell’associazione (che oltre a Genova ha sedi anche a Milano e Roma) per una serie di anomalie: la mancata iscrizione dell’associazione al registro dell’Agenzia delle Entrate e la massiccia movimentazione di contante in alcuni casi a soggetti inseriti nelle black list delle banche dati europee. Questo non aveva però impedito ad Hannoun – che ieri ha preferito non rispondere alle domande di Repubblica – di continuare a svolgere la sua attività, incontrando anche una serie di parlamentari e politici italiani. Da sempre molto vicino ad alcuni deputati 5 Stelle – era stato ricevuto anche dall’ex sottosegretario Manlio di Stefano mentre organizzava preghiere del venerdì con Sheykh Riyad Al Bustanji, uno dei predicatori più radicali dell’islam – negli archivi recenti spunta un viaggio organizzato a gennaio con Alessandro Di Battista e la deputata e capogruppo 5 Stelle in commissione antiterrorismo Stefania Ascari, per visitare i campi profughi palestinesi. Oggetto della visita erano la distribuzione dei pacchi di viveri, del materiale scolastico, dell’abbigliamento, e dei farmaci, che sono, almeno secondo le dichiarazioni, il centro dell’attività dell’associazione di Hannoun. Di Battista è stato anche nel campo profughi di Ein el Hilweh che, secondo diverse informative di intelligence, è una base dei terroristi di Asbat an-Ansar.

Hannoun che è stato assistito in queste vicende dall’avvocato Dario Rossi ha sempre respinto le accuse sostenendo di voler solo aiutare il popolo palestinese. Le inchieste si sono sempre fermate all’arrivo in Palestina quando è assai difficile riuscire a capire chiaramente chi gestisca i fondi di solidarietà, se associazioni indipendenti e laiche oppure strutture in qualche modo legate ad Hamas che in Palestina esercitava, almeno fino a prima dei bombardamenti su Gaza, un controllo diffuso e fortemente radicato.

Nel 2021, in un post su Facebook in cui si rivolgeva alla parlamentare Luisa Morgantini per criticare aspramente la figura di Abu Mazen, già Olp e presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Hannoun diceva questo di Hamas: “I sondaggi parlano chiaro, Hamas è un partito che è stato democraticamente eletto in Palestina, e rappresenta una grande maggioranza dei palestinesi. Ed è questo ciò che conta, i partiti devono prima soddisfare le esigenze del popolo di appartenenza, e poi, forse, del resto del mondo”.

 

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