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Governo, si anima il dibattito sull’abuso di ufficio. Sisto: “Andremo in fondo, Nordio non fa sconti”

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“Qualcosa che cambi nei provvedimenti annunciati su abuso d’ufficio e traffico di influenze? Noi siamo decisi a portare in fondo la nostra proposta e il ministro Nordio da questo punto di vista non farà sconti. Noi siamo con lui appartenendo allo stesso dicastero. Il Parlamento comunque è sovrano. Se il Parlamento dovesse modificare è benvenuto, questa è la democrazia parlamentare”. Il vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, a Radio Anch’io, commenta le mosse del Guardasigilli che ieri è stato stoppato dal braccio destro di Giorgia Meloni, Alfredo Mantovano, sul concorso esterno in associazione mafioso, altro reato che Nordio vorrebbe rimodulare.

Sisto ribadisce che il ministro della Giustizia andrà avanti sull’abuso d’ufficio, ieri al centro dell’incontro “cordiale e costruttivo” di un’ora al Quirinale tra la premier e il capo dello Stato Sergio Mattarella, dopo aver visto i vertici della Cassazione

Qualcosa cambierà, promette Meloni, aprendo anche a un percorso di condivisione sulla separazione delle carriere. Un tema sul quale lo stesso Sisto ora commenta: “In magistratura trova fondatezza nella Costituzione. Quest’ultima, infatti, all’articolo 104, sancisce che la magistratura è un ordine autonomo e indipendente. L’articolo 111, però, chiarisce che soltanto il giudice è terzo e imparziale. Ovviamente, autonomia e indipendenza sono principi ‘sacri’ e intoccabili per tutti i magistrati, pm compresi”, spiega a Radio Anch’io il vice ministro della giustizia che poi sulla discrezionalità dell’azione penale ha osservato: “È possibile che nell’ambito dei lavori sulla riforma si possa discutere anche dell’obbligatorietà dell’azione penale, ma al momento le proposte si propongono semplicemente di separare le carriere secondo Costituzione”. Sulla separazione delle carriere si fa sentire l’Anm: “Fare dell’azione penale un’azione discrezionale, e poi certamente prima o poi sotto il controllo politico, la vediamo una cosa pericolosa per la democrazia – sostiene il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, anche lui a Radio Anch’io – La separazione delle carriere è una riforma che apre ad altre, perché dalla separazione dovrebbe poi seguire la discrezionalità dell’azione penale. Un pm separato dalla giurisdizione e quindi fuori da quei meccanismi di compensazione e di controllo che prevede la Costituzione, lo lasceremo da solo o ci sarà qualcun altro che ambirà al controllo sull’azione penale? E quello non potrà che essere il controllo politico”.

Quanto al concorso esterno per associazione mafiosa, Sisto invece aggiunge: “L’altro ieri, nella riunione al Ministero sul cronoprogramma, il tema del concorso esterno non è stato trattato nè inserito. C’è sicuramente uno storico dibattito giuridico in materia, perché si tratta di una norma scritta dalla giurisprudenza, il che in un sistema come il nostro è ritenuta una anomalia “.

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