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Guerini: “Ucraini eroici. Putin ora si fermi, Cremlino arrogante”

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LO SPECIALE GUERRA IN UCRAINA | FOCUS SENTIERI DI GUERRA

ROMA – Ministro Lorenzo Guerini, una nuova cortina di ferro sta calando sull’Europa?
“Mi auguro di no. Il clima che stiamo vivendo sembra da guerra fredda, ma la situazione è diversa. Putin è isolato, il giudizio della comunità internazionale è molto chiaro. Il popolo ucraino sta dando testimonianza di eroismo con la sua resistenza”. Il ministro della Difesa parla a Metropolis, il programma di Gerardo Greco trasmesso sulle piattaforme Gedi, intervistato dal direttore di Repubblica Maurizio Molinari. Presenti in collegamento anche il vicedirettore Gianluca Di Feo, gli inviati Paolo Brera, Paolo Mastrolilli, Rosalba Castelletti e Francesca Schianchi della Stampa.

Gli obiettivi che si era prefisso Putin faticano a essere raggiunti?
“Finora non sono stati raggiunti. C’è una lentezza non prevista. Ha sottovalutato la resistenza delle forze ucraine e quella eroica dei cittadini”.

Una resistenza che forse non si attendeva neanche la Nato?
“Il popolo ucraino ci sta sorprendendo per il coraggio e la capacità di lottare. A questo si aggiunge che ci sono state oggettive difficoltà delle forze russe legate ai rifornimenti e agli approvvigionamenti. Certo, il potenziale militare russo non è stato usato del tutto, anche perché tutto ciò che avviene viene registrato in diretta dall’opinione pubblica mondiale. Putin, insomma, non può permettersi di sommare l’isolamento all’ulteriore esecrazione mondiale per ciò che avviene nei centri abitati”.

Si riferisce al fatto che non ci sono stati intensi bombardamenti aerei sulle città.
“Ma iniziamo a vederli. Le cose stanno peggiorando. C’è un upgrade, perché Putin ha bisogno di ottenere dei risultati”.

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La Ue è minacciata dal governo russo per l’aiuto all’Ucraina.
“Il responsabile dell’escalation è Putin e chi sta collaborando con lui a un’aggressione inaudita. La dichiarazione del ministro Lavrov è rimbalzata su tutti siti. La modalità con cui è stata trasmessa al Parlamento italiano dà il senso dell’arroganza del regime russo. Siamo di fronte a una situazione che rischia di essere esplosiva. Non solo è lecito, ma doveroso l’aiuto e il sostegno all’Ucraina, anche attraverso forniture militari: stiamo collaborando alla difesa di un popolo aggredito in spregio alla carta costitutiva dell’Onu”.

Tra le armi inviate alle forze ucraine ci sono anche mortai?
“Quelle uscite in questi giorni sono solo ipotesi. Siamo inviando e invieremo strumenti militari per la difesa, ma trattandosi di materiale sensibile abbiamo deciso di secretarlo”.

In queste ore dovrebbero proseguire i negoziati: c’è sul tavolo la tregua?
“Putin vuole consolidare i risultati militari per avere una posizione di maggiore forza al tavolo della trattativa. Il problema, dopo quello che ha fatto, è se e quanto gli si può concedere. Il suo obiettivo era cacciare Zelensky, che oggi è invece un punto di riferimento per il suo popolo, ma anche per la comunità internazionale. Conta, adesso, capire la sincerità dell’approccio russo al negoziato”.

Il tempo gioca contro Putin?
“Penso di sì. Ma non si può fare il gioco sulla pelle degli ucraini che soffrono”.

I russi arriveranno a bombardare le città?
“Putin è già un “paria” nella comunità internazionale, non può permettersi ulteriori esecrazioni. E aggiungo che le sanzioni stanno dando i loro effetti: da tre giorni la Borsa è chiusa e il rublo è in svalutazione”.

C’è ancora spazio per mediare e per una missione da Putin?
“È doveroso esperire tutto ciò che va nella direzione di riaprire una partita politica e diplomatica che può portare a una tregua. Ma se si potrà farlo, dipende dall’evoluzione delle prossime ore. Putin si deve fermare nella sua azione di aggressione”.

Cosa deve cedere Zelensky nella trattativa? E come può l’Europa orientare la mediazione?
“Non posso permettermi di dire cosa debba fare Zelensky, perché siamo di fronte a una situazione drammatica ed è lui che sa cosa può accettare un popolo che sta resistendo. La mia impressione, però, è che Putin voglia la capitolazione sua e dell’Ucraina. Ha intensificato l’offensiva per far pendere il tavolo dalla sua parte”.

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Anche noi, come la Germania, aumenteremo le spese militari?
“È un tema che già ci siamo posti. Da quando sono ministro, cioé dal settembre 2019, il bilancio è cresciuto significativamente da 22,2 a 25,8 miliardi. E c’è stato un salto di qualità negli investimenti. Anche il contesto attuale ci impone di fare di più, non solo sul piano finanziario, ma anche sull’aggiornamento dello strumento militare”.

Avremo una difesa europea?
“Come più volte detto, il nodo più che tecnico-militare è politico”.

La auspica?
“Certo, perché rafforza il pilastro europeo della nostra architettura di sicurezza. L’altro è quello transatlantico. Stiamo lavorando sulla bussola strategica, credo che ci siano le condizioni per chiudere il lavoro entro i prossimi due mesi, nel semestre di presidenza francese. Ma costruire la difesa europea significa assumere coraggiose decisioni politiche, oltreché investire risorse”.

La posizione della Cina è così vicina alla Russia?
“Evitiamo letture fatte di automatismi, secondo cui staremmo spingendo Putin nelle braccia della Cina: sarei prudente nel giudizio. Se Putin a fronte delle sanzioni europee si rivolgesse alla Cina per sopperire alle difficoltà finanziarie, ad esempio attraverso la vendita del gas, ne diventerebbe dipendente e perderebbe la sua agognata autonomia strategica. E dall’altra parte non credo che la Cina consideri una buona notizia l’attuale contesto che in realtà sta rafforzando l’Occidente”.

Negli Usa c’è chi prevede che la guerriglia ucraina possa durare decenni: possibile? E l’Italia è pronto a sostenerla, nel caso?
“Anche noi consideriamo possibile questo scenario. Se ci sarà un’azione di resistenza del popolo dell’Ucraina, la comunità internazionale non potrà girarsi dall’altra parte. Ma prevedere ora questo scenario è prematuro. I colloqui e i negoziati possono aprire uno spiraglio positivo. Ma osservando ciò che sta accadendo dobbiamo essere molto, molto cauti”.

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