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Guerra in Ucraina, Zelensky rimonta ma più della metà degli italiani vuole la fine della guerra. E chiede i negoziati

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Si intitola “Radar. Niente sarà più come prima”, il sondaggio di Swg che fotografa come la pensano gli italiano dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, l’esplosione del caro bollette e della pandemia, riguardo al rapporto che si ha con il lavoro. Risultato? Gli italiani vogliono la fine del conflitto e si dividono sul sostegno militare e un’ampia percentuale pensa sia giusto chiudere un occhio sul mancato pagamento delle utenze di casa: luce e gas possono attendere, come del resto sostiene il movimento che ha preso il via in Inghilterra “Dont’pay”. Encora, avendo scoperto il lavoro agile, in tanti sarebbero disposti a guadagnare dal 5 al 10% in meno dello stipendio, pur di lavorare un giorno in meno alla settimana. Il report va dl 14 al 16 settembre ed è stato tarato su su un panel di 800 persone. Ma andiamo con ordine.

Guerra in Ucraina. A fronte della controffensiva Ucraina l’opinione degli italiani non muta molto rispetto ai mesi passati: il 59 per cento vuole lo stop del conflitto e vorrebbe i negoziati così che i due Paesi in conflitto si possano accordare su quali territori debbano passare sotto il controllo dei russi o quali diventino autonomi. Il 17 per cento è convinto invece che la guerra debba andare avanti finché gli ucraini non riconquistano tutti i territori persi. Una percentuale del 5 vorrebbe invece non si deponessero le armi. Almeno fino a quando l’esercito di Putin con conquisti tutto il Donbass. Sostegno militare a Zelensky? Il campione degli intervistati si divide: favorevole il 51%, contrario il 49. Il dieci per cento dei favorevoli vorrebbe darne ancora di più, il 33% di contrari invece pensa che alimentare l’invio di armi non farà altro che allontanare la pace.

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di Stefano Baldolini

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Anche sulle sanzioni alla Russia ci sono molte perplessità: più della metà (il 57 per cento) è convinto che stanno indebolendo la Russia molto poco. Se non addirittura per niente. Il 35 per cento ritiene che non sarebbe giusto revocarle. il 41 per cento che non vadano tolte perché comunque non servirebbe ad abbassare i prezzi. E a proposito di prezzi.  In Italia si sta diffondendo il movimento “Non paghiamo” ispirato la movimento “Don’t pay” inglese. La metà degli intervistati  crede che riguardo al caro bollette la situazione sarà peggiore del previsto (32 per cento);  tra i più preoccupati ci sono i no vax e chi appartiene al ceto medio -basso. Il 48 del totale, invece, crede che il problema non sia più pesante di come viene raccontato. Solo il 9 per cento vede il futuro più roseo. Ovvero,  situazione migliore di quella preventivata. Le difficoltà maggiori sui rincari, riscontrate dagli italiani, riguardano le spese ordinarie. E c’è un crescente pessimismo verso i mesi a venire. Quanto a tolleranza, il 38% pensa che si possa aspettare un po’ per pagare l’affitto, il 22% che si possa anche non pagarlo.

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dal nostro inviato Tommaso Ciriaco

19 Settembre 2022

 Capitolo lavoro. Secondo il sondaggio Swg, con la pandemia e dopo lo smart working è cambiato il rapporto che si ha con il posto fisso. Che seppur fondamentale a fine mese più essere limato in temi e orari pur di raggranellare un po’ più di tempo per la vita privata. Così ecco che più della metà del panel (56%) è disposto a cedere dal 5 al 10 percento dei soldi in busta paga, pur di lavorare un giorno in meno a settimana. E a pensarlo sono maggiormente le donne.

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