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Meno zamponi, più tamponi quest’anno a San Silvestro. Molti cenoni resteranno sbarrati per chi non esibirà il referto negativo. Famiglie e gruppi di amici si sono spaccati sull’opportunità di richiedere la presunta patente di non contagiosità agli invitati. Ma vale la pena di litigare e poi affrontare ore di file per un test che non sempre è ritenuto affidabile? “Il tampone negativo può effettivamente escludere che si sia contagiosi nell’immediato. Non tiene conto però del periodo di incubazione del virus” spiega Carlo Signorelli, che insegna Igiene e Sanità pubblica al San Raffaele di Milano.
“Anche il Covid ha un “periodo finestra” in cui il virus si sta replicando nell’organismo, ma non raggiunge ancora una quantità rilevabile dal test. “Per il tampone rapido antigenico questo periodo è approssimativamente di 72 ore, per quello molecolare di 48”. Vuol dire che si può essere contagiati da quattro o due giorni prima che l’infezione appaia nei rispettivi test, anche se la variante Omicron ha un’evoluzione più rapida. “Chi lo fa immediatamente prima del cenone può avere la quasi certezza di non essere contagioso a mezzanotte” prosegue Signorelli. “Ma chi lo fa oggi ha tutto il tempo di esaurire l’incubazione ed arrivare al cenone in grado di infettare”.
Boom di tamponi, è allarme: “Troppa richiesta, mancano i reagenti e il personale”
Il sistema dei tamponi è abbastanza al collasso al momento. A chi è consigliato farlo e chi invece dovrebbe evitarlo?
“Dovrebbe farlo chi ha sintomi, chi ha avuto un contatto stretto con un positivo, chi ha bisogno di accedere in determinati luoghi in cui è richiesto e chi deve certificare la guarigione o l’uscita dalla quarantena”.
Chi ha sintomi deve fare ore di fila con la febbre?
“Se il paziente è grave può riceverlo a casa, ma si tratta di casi ristretti da richiedere tramite il medico di famiglia o le Asl. Gli altri sì, purtroppo devono mettersi in fila, come si fa dall’inizio della pandemia”.
I contatti stretti chi sono esattamente?
“Qui ci sono le regole ministeriali ma spesso le interpretazioni sono soggettive. I conviventi senz’altro e anche chi ha trascorso almeno 15 minuti con un infetto a meno di 2 metri al chiuso e senza mascherina. Ma la definizione di contatto stretto è sempre stata molto flessibile. Ci deve venire incontro il buon senso”.
Chi sta per andare al cenone non è incluso nel suo elenco. Perché?
“Ultimamente è scoppiata una sorta di psicosi da tampone. Si leggono notizie allarmanti sui casi in aumento e molte persone vanno a fare il test. In questo modo si trovano ancora più casi e la psicosi si autoalimenta. Accade così anche quando si scoprono focolai di altre malattie infettive contagiose”.
Però in effetti di coronavirus ce n’è tanto.
“E’ vero, la circolazione oggi è davvero alta. Due mesi fa avevamo 2mila casi e oggi siamo a 100mila. Ma sono convinto che una parte dei casi che contiamo oggi è dovuta all’aumento dei tamponi. All’inizio della pandemia veniva notificato solo un decimo delle infezioni reali perché avevamo una disponibilità di test davvero limitata. Ora ne vediamo di più anche perché testiamo di più. Con il coronavirus, più si cerca e più si trova, e noi oggi stiamo cercando molto. Questo crea dei problemi per laboratori e farmacie, ma anche negli ospedali e in altri servizi, dove molte persone sono positive o in quarantena. Poi ci sono i tamponi volontari, quelli di chi vuole incontrare gli altri senza il rischio di contagiare. Questa categoria, la più colpita dalla psicosi, ha fatto traboccare il vaso”.
Ma allora come dovrebbe comportarsi chi vuole festeggiare il capodanno?
“Ben venga il tampone, oltre ai comportamenti individuali virtuosi, ma bisogna tenere conto del tempo di incubazione, altrimenti diventa inutile”.
Antigenico o molecolare?
“Il molecolare è il gold standard. Senz’altro è il più preciso e sensibile. Riesce a rilevare un contagio avvenuto in media 48 ore prima. La maggior parte dei test utilizzati oggi, circa i due terzi, sono però gli antigenici rapidi da effettuare anche in farmacia”.
Che hanno molti falsi negativi?
“Sono meno sensibili. Riconoscono un contagio solo dopo 72 ore, cioè tre giorni. Se ho incontrato il virus ieri e faccio il tampone oggi o domani, potrei presentarmi al cenone in grado di contagiare agli altri. Poiché non tutti gli invitati faranno il test a ridosso di San Silvestro, è possibile che in una tavolata sia presente una persona con referto negativo ma contagiosa. E’ un rischio di cui bisogna tenere conto, per cui è necessario restare prudenti”.
Per arrivare a 7-800mila tamponi rapidi al giorno ricorriamo anche a test di scarsa qualità?
“Il ministero ha autorizzato una lista di circa duecento test. Solo quelli possono essere utilizzati nelle farmacie. La loro qualità però viene autocertificata, si basa cioè sui dati forniti dai produttori. Questo avviene perché il vantaggio di avere il risultato immediatamente in certe situazioni è impagabile”.
I test fai da te possono essere effettuati poco prima del cenone?
“Lì la sensibilità scende davvero tanto. Sia i tamponi che i salivari fai da te sono poco affidabili. C’è chi li sceglie perché la farmacia ha l’obbligo di comunicare la positività alla Asl, mentre un test fatto a casa può essere tenuto nascosto. Ma un’infezione non registrata ha poi conseguenze sulla durata del Green Pass e sui tempi della terza dose. Non è consigliabile tenerla sommersa”.