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Hanno tutti ragione | Berlusconi umiliato e Salvini salvato, la scelta rischiosa di Meloni

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C’erano due leader usciti malconci dalle urne, a lei alleati ma feriti e pericolosi, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Giorgia Meloni non poteva litigare con entrambi. Per affermare definitivamente il suo dominio, già certificato dal voto, le serviva di sottometterne con le buone uno e umiliarne con le cattive l’altro. Al leader della Lega Meloni ha concesso una delle due presidenze del Parlamento, un ministero di peso per lui, la garanzia di non sfruttare i rapporti di forza usciti dal voto del 25 settembre per azzoppare il rivale più di quanto già non lo sia.

Viceversa, al Cavaliere ha riservato il trattamento più duro: niente presidenze alla Camere, stop a Licia Ronzulli (ma su questo è dura biasimare la leader di Fratelli d’Italia…), indisponibilità a trattare. Difficile, peraltro, credere che Meloni non sapesse dei voti in arrivo dall’opposizione per eleggere Ignazio La Russa anche senza il contributo di Forza Italia. Da qualunque parte provengano quella ventina di schede per Ignazio, sono state offerte in cambio di qualcosa, lo scopriremo presto, e quindi senz’altro annunciate in segreto. Insomma Meloni ha scelto di salvare Salvini e sommergere Berlusconi. Funzionerà? Questa è la scelta più saggia e giusta? Beato chi lo sa.

C’è da dubitare che Meloni abbia ponderato bene tutti i rischi. Come diceva il delinquentello Mickey Rourke alla buonanima di William Hurt in Brivido caldo, “ci sono sempre cento modi di mandare all’aria un piano, se riesci a calcolarne 25 sei un genio, e tu non sei un genio”. Chi lo è, del resto? In politica scegliere di umiliare l’avversario è una possibilità. Raro però che l’umiliato archivi la faccenda, specie se ha la sorte di continuare a frequentare chi lo ha umiliato. La storia della politica è densa di vicende dove il rancore e la frustrazione pesano più della politica, anche se poi è sempre la politica a dare una veste alla vendetta. Può essere che a guidare la scelta di Meloni sia stata una valutazione anagrafica sugli alleati. Più difficile che sia stata psicologica: se Berlusconi è ancora Berlusconi, potrebbe aver sbagliato bersaglio.

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