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Come in quei video virali in cui un burlone finge di interagire con le immagini di uno schermo, anche Carlo Calenda ieri ha parlato con un televisore. Per protestare contro la sua esclusione dal dibattito Letta-Meloni organizzato dal Corriere della sera, ha allestito uno studio, sistemato accanto a sé un monitor che trasmetteva la diretta del duello e si è messo dietro a un palchetto.
In pratica si è infilato da terzo partecipante virtuale al dibattito, rispondendo a ogni domanda dopo Letta e Meloni, commentando gli interventi degli altri leader, chiosando, obiettando, saltuariamente concordando («Sono d’accordo con Meloni sulla Germania», ha detto Calenda a un certo punto e per fortuna non si parlava di storia del Novecento). Imperdibili le smorfie del leader di Azione mentre Letta, in video accanto a lui, spiegava le ragioni dell’accordo elettorale con la sinistra di Fratoianni. L’operazione di guerriglia mediatica può dirsi riuscita, Calenda dietro il palchetto promette di diventare un meme che compare nelle situazioni più impreviste, come Bernie Sanders con le muffole all’insediamento di Biden. Un siparietto poco draghiano. Ma molto calendiano.