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Non so se la ministra Eugenia Roccella, che si è appena scagliata contro l’usanza di dare ai cani nomi di persona, ha mai visto Ovosodo, film del maestro Paolo Virzì, anno 1997. Nel caso, Roccella avrebbe la prova che c’è stato un tempo non lontano in cui la pratica non era collegata alla volontà di surrogare l’amore per i figli o la loro assenza.