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Tra le disgrazie toccate in sorte al Pd in questa tornata elettorale c’è anche il voto disgiunto. No, non quello della scheda elettorale, che è impossibile: il Rosatellum non lo prevede. Parliamo del voto disgiunto del cuore, come moto dell’anima, coalizione degli affetti. A brevettarlo è stato il governatore della Puglia Michele Emiliano, il primo caso mondiale di dirigente di un partito che nel suo più accorato appello agli elettori ha invitato a sceglierne un altro: “Votate Pd o M5S”, ha detto Emiliano, come per resuscitare lo spirito dell’alleanza che fu. Poi c’è il caso di Articolo 1, il cui leader Roberto Speranza è candidato nelle liste dem insieme ad altri esponenti di quella forza. Ad Articolo 1 spetta il primato di aver inventato la coalizione disgiunta: ha i candidati nel centrosinistra ma il leader di riferimento altrove, Giuseppe Conte. Non è ancora chiaro come i militanti risolveranno la questione nel segreto dell’urna. Ma è la prova che non c’è grigiore di legge elettorale che possa fermare le leggi di natura: la destra si unisce pure mentre si scanna, la sinistra si scanna pure mentre si unisce.
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