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I bigliettini al pronto soccorso, la confessione in farmacia e la notte nel b&b: i retroscena del caso Haggis nelle carte dell’inchiesta

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BRINDISI – “Un dissenso esplicito e chiaro da parte della denunciante, evidentemente non ascoltato”. È questa la ragione per cui il regista Paul Haggis, premio Oscar per Crash, resterà ancora agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale. Lo ha deciso ieri la gip di Brindisi Wilma Gilli con un provvedimento di sette pagine nelle quali si mette in fila quello che è accaduto a Ostuni, in provincia di Brindisi, tra il 12 e il 15 giugno scorso quando una cittadina inglese di 29anni ha denunciato di aver subito violenza sessuale da parte di Haggis in tre occasioni. Una circostanza che il regista ha sempre negato, sostenendo che la donna fosse consenziente.

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La decisione

Il giudice ieri ha annullato il fermo – “perché manca il pericolo di fuga” – ma ha, come chiesto dalla Procura, disposto i domiciliari per l’artista canadese. La versione della donna è stata ritenuta infatti credibile seppur, scrive, “la versione difensiva offre numerosi spunti investigativi ma non è idonea a demolire il quadro indiziario: è configurabile il delitto di violenza sessuale, infatti, laddove vi sia un consenso non libero e revocato dalla vittima”. E secondo il racconto della donna, mai la donna – “seppure la sua condotta avrebbe potuto indurre l’uomo a nutrire aspettative di natura sessuale, avendo per esempio la donna accettato di alloggiare nella stessa stanza” – avrebbe manifestato consenso.

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Anzi: dopo un primo rapporto è stata costretta a ricorrere alle cure di un pronto soccorso, ha chiesto aiuto a un medico con un bigliettino, poi anche a una farmacista, salvo poi non andare in fondo nel racconto della presunta violenza. Cosa che è successo, invece, soltanto all’alba di mercoledì quando Haggis l’ha scaricata in aeroporto a Brindisi.

La storia

Comincia a fine aprile quando i due si incontrano a un festival cinematografico all’estero. Lui, dopo diversi contatti, l’aveva invitata in Puglia dove si trovava per un festival cinematografico. Era andata a prenderla in aeroporto il 12 e l’aveva portata al suo b&b dove “già sulla porta aveva fatto comprendere le sue intenzioni” scrive la gip. “Aveva assalito la donna” baciandole le labbra e il collo. Qui è avvenuta la prima violenza. La ragazza era sotto choc, “e Haggis – si legge – la rassicurava sulle proprie intenzioni di voler instaurare con lei una relazione sentimentale”.

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Più tardi però l’uomo avrebbe abusato nuovamente della ragazza. Tanto da costringerla a rivolgersi al Pronto soccorso. “La donna accortasi che Haggis – si legge – era nei paraggi decideva di scrivere e far leggere al medico due bigliettini” in cui riferiva del sesso violento. “Il medico letti i biglietti le chiedeva se si sentisse sicura a rientrare in struttura con l’uomo e lei minimizzava l’accaduto nella speranza che Haggis iniziasse davvero una relazione con lei”.

Il giorno dopo la ragazza viene spinta dal regista ad andare, sola, a Lecce per una gita. Rientra poi a Ostuni e, prima di tornare da lui, va in farmacia a comprare i prodotti prescritti in ospedale. “Qui aveva confidato quanto subito a una dipendente la quale più tardi si era premurata con un messaggio di chiederle se fosse tutto a posto” scrive la giudice. Non lo era. Secondo il racconto della donna, la sera avrebbe subito un’altra violenza.

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È la notte in cui Haggis la conduce poi in aeroporto, “intorno alle 5” del mattino per farla andare via, nonostante la ragazza avesse un volo 10 ore dopo, alle 15. Qui, “in preda alla confusione e al panico” era stata notata dal personale dell’aeroporto a cui aveva riferito la situazione. Ed era stata accompagnata in Questura per la denuncia.

L’incidente probatorio

La gip dunque, pur annullando il fermo, ha lasciato il regista ai domiciliari. In attesa dell’incidente probatorio chiesto dai pm che conducono le indagini, Antonio Negro e Silvia Orlando. In quell’occasione la donna dovrà ripetere le sue accuse rispondendo anche alle domande dell’avvocato di Haggis, Michele Laforgia.

Che dice: “Non c’è stata nessuna violenza, come tra l’altro dice anche il referto del Pronto soccorso che non parla di lesioni. Mister Haggis ha dichiarato espressamente di non aver fatto nulla per sottrarsi agli accertamenti della giustizia italiana, e di avere tutto l’interesse a essere presente ai futuri accertamenti. Intende restare in Italia fino a quando non sarà definitivamente accertata la sua totale innocenza perché da questo dipende la sua vita”.

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