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LAMPEDUSA – “Ci abbiamo messo tre anni a ritrovarci, l’unità del centrodestra è fondamentale”. Ventiquattro ore dopo aver acceso l’ennesima miccia, chiedendo agli alleati di indicare i nomi “dei ministri più importanti, Giustizia, Esteri, Economia”, Matteo Salvini ostenta concordia nel rapporto con Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Ma la guerra di posizione fra i partiti del centrodestra è aperta e Salvini la sua “lista della spesa” la mette giù, con in aggiunta il jolly di un “commissario straordinario all’immigrazione”. Per il futuro governo, fra i papabili a sorpesa c’è anche Matteo Cingolani, secondo quanto anticipato da Repubblica, fra i nomi che Giorgia Meloni starebbe valutando, anche su consiglio del premier Mario Draghi. “Ha avuto il merito di parlare di nucleare e l’Italia non può più rimanere tra i pochi grandi Paesi al mondo che non ne produce”, spiega Salvini. Per gli Esteri invece nomi non ne fa: “ce ne sono due o tre, ma non vi dico chi sono o gli rovinate il fine settimana”. Per tutti però il profilo è il medesimo: ambasciatori o ex, “abituati a parlare con tutti e di esperienza comprovata”.
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È poltrona delicata, con la crisi ucraina in corso e lo storico delle relazioni più che amichevoli con la Russia di più di un partito del centrodestra. “Anche Letta, Prodi, Renzi, hanno avuto rapporti”, dice Salvini, che si affretta a chiarire “la Russia ha invaso un altro Paese e ha dichiarato una guerra” e “l’alleanza atlantica non è in discussione”. Ma c’è un però. “La Libia è in totale instabilità, abbiamo sostituito il gas russo con quello algerino, che non è tranquillizzante, quindi – afferma – cercheremo di avere buoni rapporti con tutti e di risolvere i problemi”. Insomma, sarebbe un’amicizia interessata. “L’Italia – argomenta – storicamente ha provato a mediare, con Aldo Moro, con Bettino Craxi”.
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Nella lista esplicita dei desiderata, c’è anche “un commissario all’immigrazione, come un Figliuolo in Italia o un Bertolaso in Lombardia. Un militare, un carabiniere, un marinaio, l’importante – sottolinea il leader della Lega – è che la catena di comando sia unica”. Di Viminale invece non parla, sebbene nessuno -neanche fra i suoi – dubiti che ambisca a tornarci. A domanda diretta lui glissa, spariglia le carte e punta più alto. Con la Lega primo partito del centrodestra vincente, annuncia, “coordinerò il tavolo dei ministri” ma “con un occhio particolare ai temi della sicurezza”.
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Ma è sulla premiership che con Giorgia Meloni parte una sorta di botta e risposta a distanza. Così, mentre Salvini parla da aspirante primo ministro, la leader di FdI a Fox dice “potrei essere io la prima donna premier d’Italia”.
E sull’immigrazione segue a ruota, se non scavalca a destra, Salvini chiedendo non solo “centri di identificazione in Africa per valutare chi ha diritto a essere rifugiato e chi invece è immigrato irregolare”, ma anche i respingimenti in mare. Se sia un assist o una randellata, lo si capirà nei giorni a venire.
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A Lampedusa lo show con l’hotspot stracolmo a fare da scenografia è saltato perché il centro è stato svuotato. Di mezzo ci si è messo anche il vento di Levante che ha portato su altre rotte i barchini che viaggiano verso l’Europa, lasciando il molo Favaloro sgombro per tutto il tempo della visita. Ma Salvini ha parlato comunque di “numeri insostenibili” che renderebbero necessario il ripristino dei “suoi” decreti sicurezza. “Non capisco l’apertura di un centro di accoglienza a Pantelleria, significa dire ‘Avanti c’è posto per tutti'”. Ma a fine giornata finisce per fare un giro in barca sulla Gamar, il peschereccio che ha salvato 47 persone dal drammatico naufragio del 3 ottobre 2013, costato la vita 366 migranti.