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“Non rifarei la dichiarazione su mio figlio”. Ignazio La Russa torna così sulla nota diffusa subito dopo la notizia dell’inchiesta che coinvolge il figlio Leonardo Apache indagato per violenza sessuale. Il presidente del Senato lo ha dichiarato durante la Cerimonia del ventaglio a Palazzo Madama.
A inizio luglio, quando la denuncia della 22enne era diventata di dominio pubblico, il presidente del Senato aveva detto: “Dopo averlo a lungo interrogato ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante. Conto sulla Procura della Repubblica verso cui, nella mia lunga attività professionale ho sempre riposto fiducia, affinché faccia chiarezza con la maggiore celerità possibile per fugare ogni dubbio”. E poi una frase che aveva sollevato molte proteste: La Russa spiegava di avere “molti interrogativi” sul racconto della ragazza: “Per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua”.
“La mia convinzione di padre è di credere a mio figlio ma non rifarei la dichiarazione in sua difesa soprattutto perché non sono stato bravo a far comprendere che non c’era nessun attacco alla ragazza”. L’ex compagna di scuola di La Russa junior ha raccontato che il giorno dopo la festa nella discoteca Apophis di Milano, il 18 maggio, si è svegliata a casa del 21enne, senza ricordare nulla delle ore precedenti, e che a sua insaputa avrebbe avuto un rapporto sessuale con lui e un altro ragazzo, anch’egli indagato, cioè il dj Tommaso Gilardoni.
“Non ho mai inteso attaccare la ragazza – ha continuato Ignazio La Russa – Se si fosse letto con attenzione quello che ho scritto, il mio riferimento non era alla ragazza ma alla scelta del suo difensore di aspettare 40 giorni per presentare la denuncia, cosa che ha reso impossibile l’esame dei video. Capisco che forse non l’ho detto in maniera chiara”.