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ROMA – La loro storia è da sempre un intreccio di politica, salotti e lavoro: quest’ultimo volgarmente definito, in alcuni casi con sottotesto, come «occuparsi di affari reciproci». E a intuirne l’intreccio oltre dieci anni fa, quindi ben prima delle cronache di questi giorni, è stato il missino e «nobile dandy fascista» Tomaso Staiti di Cuddia. Acerrimo avversario della corrente dei siculi sbarcati a Milano «Ligresti-La Russa», cresciuti tra i neri dell’Etna, in una intervista al sito della casa editrice cattolica-evoliana Effedieffe nel 2010 descriveva così l’arrivo di Daniela Garnero in Santanchè nell’area della destra-destra milanese: «Lei e Ignazio la Russa hanno siglato un patto politico-mondano-commerciale.