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In principio era Bali. Fu intorno al 1920 che i primi stranieri, gli olandesi che avevano fatto delle Indie Orientali una colonia per i loro commerci, stabilirono residenze sull’isola. Che dal 1924 divenne una destinazione turistica. Ma fu più avanti, nel 1963, che Sukarno, primo presidente dell’Indonesia indipendente, volle aprire la più amata delle sue isole al turismo internazionale, facendovi inaugurare il primo grande albergo e rinnovando l’aeroporto.
Sebbene Bali resti la più affollata (anche troppo) delle mete turistiche, oggi il paese offre uno straordinario ventaglio di scelte, dall’arcipelago di Komodo – sì, l’isola dei leggendari draghi – a Giava, fino alle sue isole più orientali, e più esotiche. Quelle che celebra Sarah Barrell in queste pagine, raccontando del suo viaggio tra le Molucche e Sulawesi a bordo di un pinisi, le tradizionali imbarcazioni in legno che solcano i mari dell’Indonesia.
Così, in questa prima estate in cui sembra che la pandemia dia un po’ di tregua, torniamo a viaggiare. E ci spingiamo anche alla scoperta della Colombia, destinazione emergente del turismo globale, ci perdiamo tra le strade di San Francisco, tra le case vittoriane di Haight-Ashbury e i murales di Castro. E, ancora, andiamo alla scoperta dei borghi più autentici del Mediterraneo, dalla Francia fino alle coste del Libano, per scoprire, infine, le Frisone, nel Mare dei Wadden, una manciata di isole sabbiose sagomate dai venti e dalle maree tra Olanda, Germania e Danimarca.
Fedeli alla scommessa di raccontare con originalità anche i luoghi dietro l’angolo di casa, e rimanendo tra le isole, siamo andati a esplorare gli angoli più remoti dell’Arcipelago Toscano e tutto quanto la Sardegna può offrire oltre alle acque cristalline. Con l’augurio che quest’estate tutti possano godersi uno spicchio di mondo.