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Gli uomini che ci sono e quelli che mancano. E che comunque, quando esistono, sono figure precarie, quasi evanescenti. Così appariva la vita di Alessia Pifferi, 36 anni, in carcere con l’accusa di omicidio volontario per la morte della figlia Diana, che aveva solo un anno e mezzo ed è morta di fame e di sete, abbandonata da sola a casa, in un appartamento alla periferia di Milano, per sei giorni. A raccontare gli ultimi mesi sono le sue stesse parole, dette “senza una lacrima e con lucidità” agli investigatori. E sono le parole, spesso dure, di familiari e conoscenti.
C’è lei, la sua bambina lasciata morire volontariamente di stenti in un lettino da campeggio a casa. C’è sua madre, che è andata a vivere a Crotone col compagno lasciando Milano. E c’è sua sorella, che vive vicino a lei ma con cui non ha quasi più rapporti. Eppure, anche gli uomini hanno un ruolo in tutta questa storia. Del padre biologico della piccola, di cui non si conosce il nome perché Pifferi non lo ha mai detto agli inquirenti e nemmeno al nuovo compagno, che ha dichiarato di non sapere chi sia. Lei stessa ha riferito che il padre di Diana non sarebbe a conoscenza di avere – di avere avuto, ormai – una figlia. Un fantasma. Alla bambina era stato dato il cognome della madre, una sorta di certificato di scomparsa dalla vita di Diana.
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C’è poi l’elettricista di Leffe, in provincia di Bergamo, l’uomo per cui la 36enne ha lasciato sola in casa la figlia. Per riallacciare un rapporto con lui, ha spiegato come se fosse normale. Conosciuto su Meetic, è sicuramente più presente degli altri, ma sembra anche avere un atteggiamento ondivago in questa relazione tira e molla. Nelle parole di Pifferi a volte è una figura premurosa (“aveva accettato la bambina come se fosse sua e le cose sembrava andassero bene”), altre volte più risoluto e distaccato (“Il 23 dicembre 2021 lui mi ha detto che voleva mettere fine al nostro rapporto”). Sentito dagli investigatori, ha spiegato – lasciando non poche perplessità – di aver realizzato che la compagna fosse incinta solo nel momento in cui ha partorito proprio a casa sua, a Leffe. E che, quel 14 luglio in cui lei si è presentata l’ultima volta a Leffe, Pifferi gli aveva assicurato che la bambina fosse con la sorella al mare. L’uomo ha, quindi, riferito che hanno ripreso a frequentarsi con assiduità dal 2 giugno, vedendosi nei weekend: “in particolare trascorrevamo insieme da sabato a domenica a Leffe oppure a Milano presso l’abitazione di Alessia nei weekend in cui venivo io a Milano c’era anche Diana mentre quando veniva Alessia da me Diana rimaneva con la sorella che credo si chiami Viviana di cui non ho alcun contatto, oppure rimaneva con la baby-sitter che non conosco”. Baby-sitter di cui non c’è e non c’è mai stata traccia: agli investigatori, mercoledì mattina, Pifferi ha provato a dire che la bambina era stata affidata a una persona di cui però non ha fornito numero di telefono né altro.
Ma ci sono anche altri uomini che compaiono nella vita di Alessia Pifferi. C’è l’ex marito, un uomo semplice, che tutti in quartiere chiamano Franco: tira avanti con dei lavoretti al mercato di Ponte Lambro e vive nella stessa palazzina. È dopo il divorzio da lui, circa due anni e mezzo fa, che la donna ha una trasformazione. Comincia a curare il proprio aspetto fisico, indossa abiti appariscenti, condivide foto sui social, e sono sempre selfie in cui la donna è davanti allo specchio della sua camera da letto, in abiti eleganti. Per quel che vale, in quel profilo Facebook non c’è mai una foto della bambina.
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Alessia Pifferi, la ricerca di un compagno sui siti di incontri e l’uomo lasciato perché malato
E poi ci sono gli incontri occasionali. Come quello con un signore “di cui non ricordo il nome”, transitato per almeno tre volte dalla casa di via Parea. Il flaconcino mezzo vuoto di benzodiazepine trovato nell’appartamento sarebbe suo, a detta di Alessia Pifferi. “L’ho conosciuto in chat nel periodo in cui avevo rotto con il mio compagno – dice di lui Pifferi – All’incirca a marzo-aprile 2022 una sera ci siamo visti nei pressi di casa mia e mia figlia nell’occasione è rimasta a casa da sola per circa 2 o 3 ore. Non ricordo il nome di questo signore. Nelle occasioni qualche volta veniva lui da me, a casa mia. Mi pare che quest’uomo lavori in un ufficio comunale o in un patronato ma non ne sono sicura. Dopo qualche tempo, quest’uomo è sparito a causa, a suo dire, di problemi di salute della sorella. Sono stata a casa sua due volte, con la bambina. Non ricordo il periodo. Penso aprile o maggio 2022. (…) Ha dormito con me circa tre volte”. E c’è anche un altro uomo di cui parla la donna, con cui c’era stata una frequentazione, e la bambina si era anche affezionata a lui. Ma era malato, gravemente, e la donna – ha raccontato – aveva deciso di troncare la relazione perché un futuro, probabilmente, non ci sarebbe stato.