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Uno squarcio di sole nel nebbione, da queste parti del San Raffaele, ed è quando Paolo Berlusconi esce sorridente e racconta che “abbiamo parlato del Monza, il che vuol dire che sta meglio, dopo la batosta”. Poi, a quale batosta si riferisca precisamente il candido fratello del Presidente, non si capisce bene, inciampando in un involontario doppio senso che pure racconta qualcosa, dell’attuale stato fisico e d’animo di Silvio Berlusconi. Ricoverato da domenica nella sua suite al sesto piano del padiglione Diamante (riservato ai solventi) nel grande ospedale già di don Verzè, ma la nebbia che si vede dai finestroni non può migliorarne l’umore, che resta nero.
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Milano è lontana, Roma è stata cattiva e traditrice, l’uomo è quindi arrabbiato, deluso e anche un po’ depresso per la batosta subita nella partita per il Quirinale, la partita giocata maldestramente, il ritiro obbligato. Però, man mano che passano i giorni, affiora anche una qualche soddisfazione, e lo sguardo comincia ad essere distaccato. Uno dopo l’altro, tutti quelli che non hanno appoggiato la sua candidatura stanno andando bellamente a sbattere. E lui se ne sta come il cinese del famoso proverbio, seduto sulla riva del fiume, aspettando che passino i cadaveri dei nemici.
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In realtà sta seduto in poltrona (rossa) nel rifugio di sempre, questo leggiadro appartamento di 300 metri quadri che – a parte il letto e il comodino da ospedale – tutto sembra menche un pezzo di ospedale, semmai un Grand Hotel. Nove stanze (e tre bagni) tra cui una sala riunioni con sedie di pelle rossa, i tavolini di design, le belle lampade, il parquet…
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Niente che possa rallegrarlo. Eppure, in passato aveva vissuto questo posto con ben altro spirito, come quella volta famosa, nel giugno 2016. Appena uscito da un intervento non facile, la sostituzione della valvola aortica, si era prontamente ripreso ed era tornato il Silvio di sempre, “pronto a farmi la battuta”, raccontò il dottor Alberto Zangrillo, e anche “un complimento per l’assistenza ricevuta durante la notte da una delle mie infermiere della terapia intensiva, Cristina, alla quale ha dato una alternativa di lavoro a Telecinco”, non sappiamo dove sia poi finita, questa Cristina.
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Bei tempi. Quante cose sono successe nel frattempo, al patriarca ora nuovamente ricoverato da ben 4 lunghissimi giorni, e qui arriviamo all’altra batosta, quella fisica. Una strana infezione a una gamba, su un fisico di 85enne già provato dal Long Covid, che gli rende difficile il camminare e che gli dà grande pena. I medici lo stanno curando e sono ottimisti, ma questo impedimento al muoversi liberamente, questo dolore persistente che lo accompagna da un po’ non aiutano certo il paziente a stare sereno.Perciò i figli, e in primis Marina, lo hanno convinto a tornare nel rifugio lussuoso, un posto così tranquillo, soprattutto in vista delle scadenze dei vari processi. E hanno fatto molte e ferme raccomandazioni all’ospedale: poche visite, e molto selezionate.
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Lui ha perciò preparato la lista. La famiglia. La fidanzata Marta Fascina. Le figlie Marina, Barbara, Eleonora, e Luigi, Pier Silvio. Non la tribù dei nipoti, per ora. Il fratello Paolo, che ieri diceva anche che “ha passato giorni molto brutti, ora è in ripresa”. Gli amici di sempre: Fedele Confalonieri, che è passato a trovarlo il lunedì e il martedì. E l’avvocato Niccolò Ghedini, ora senatore, ed ex difensore in vari tribunali, suo ospite a pranzo martedì.
Chi altri? La senatrice Licia Ronzulli, mercoledì: “Avevo voglia di venire a trovarlo e aggiornarlo su tutto”, ha detto all’uscita (segno che a Berlusconi non basta il telefono, vuole sentire i racconti diretti di quanto succede a Roma). Nel pomeriggio, Antonio Tajani, poi Marcello Dell’Utri. Insomma, un cerchietto magico, pochi ma buoni. Gli altri fuori. Per dire, ieri mattina ha fatto colazione (seduto al tavolo, non a letto, un buon segno) con gli uomini della scorta, e quelli sì, che sono fedeli.
Silvio Berlusconi ricoverato, il fratello Paolo: “Sta meglio dopo la batosta, ha passato giorni molto brutti”
Quindi, per una volta ha dato retta alla famiglia, che gli consigliava di tirare su la passerella e di stare tranquillo, curando la gamba, pensando a sé, non agli altri. E soprattutto, tirarsi immediatamente fuori dalla bolgia romana. Come diceva ieri pomeriggio il fratello Paolo a proposito del Quirinale, “la salute è molto più importante. Poi la politica sappiamo che è un teatrino, speriamo di essere governati bene”.
Lontano da tutto, rispondendo a pochissime telefonate… Qualcuno (ma al di fuori del cerchietto magico) lo racconta come un “leone ferito”, e meno male che non ha detto “vecchio leone ferito” perché sul punto “vecchiaia che avanza” Berlusconi potrebbe arrabbiarsi più di quello che già è. Poi, c’è un ricordo. L’amico Bettino Craxi nell’esilio tunisino, con quella gamba spacciata. Cattivi pensieri di un ottuagenario ferito nell’orgoglio, questo sì. Meglio quindi pensare a Garibaldi che “fu ferito, fu ferito ad una gamba…”, ma poi tornò a pugnare.
