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“Prima piangono disperati perché non piove, poi piangono disperati perché piove troppo e qualcuno annega. Ma si può sapere che cosa cavolo vogliono”. Potrebbero essere parole scritte da un qualsiasi utente anonimo sui social, un odiatore come ce ne sono tanti. E farebbe impressione comunque. Ma, peggio dell’utente anonimo o del bot, c’è il consigliere regionale e giornalista di lungo corso che, ormai, usa Twitter in libertà. E’ Vittorio Feltri, che appunto siede nel Consiglio regionale della Lombardia eletto con Fratelli d’Italia a twittare, a metà mattina, il suo pensiero sulle persone colpite dall’alluvione in Emilia Romagna, tra morte e devastazione.
Le reazioni, sotto quel tweet, raccontano il disgusto per quelle parole, e non è la prima volta che Feltri usa il suo profilo social per commenti che vanno al di là del dovuto. Soltanto a inizio marzo aveva commentato il naufragio dei migranti di Cutro scrivendo: “Agli extracomunitari ricordo un vecchio detto italiano: partire è un po’ morire. State a casa vostra”.
A commentare le parole di oggi c’è, intanto, Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Lombardia: “Ieri il nostro gruppo ha donato il proprio gettone di presenza di Consiglieri regionali in favore delle popolazioni alluvionate dell’Emilia-Romagna, invitando i Consiglieri degli altri partiti a fare lo stesso. Oggi è arrivata l’oscena risposta del Consigliere di Fratelli d’Italia Vittorio Feltri il quale, in preda ad uno dei suoi noti attacchi di incontinenza verbale, ha twittato: “prima piangono disperati perché non piove, poi piangono disperati perché piove troppo e qualcuno annega. Ma si può sapere cosa cavolo vogliono”. Attendiamo le immediate scuse del capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia, nei confronti di chi oggi spala fango, piange i morti ed è costretto a sopportare anche questo. Dopodiché sarebbe opportuno che Vittorio Feltri si dimettesse dal ruolo di Consigliere regionale, di modo che la sua incontinenza verbale non continui a sporcare questa istituzione”.