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Ispirati dal presidente Sergio Mattarella (“È doveroso ascoltare gli studenti”), benedetti dal ministro del Lavoro Andrea Orlando (“I giovani in piazza sono una buona notizia per la democrazia”), delusi dal responsabile dell’Istruzione Patrizio Bianchi, gli adolescenti sono tornati in strada. Più di quaranta manifestazioni, altrettante città: Roma, Milano, Torino, Venezia, Padova, Genova, Firenze, Bari, Palermo.
“Siamo centomila”, hanno urlato nei megafoni a fine giornata dalla scalinata del ministero dell’Istruzione occupata di fumogeni e striscioni. A conti fatti erano parecchi in meno, in quest’appendice comunque non scontata di autunno caldo che ha ripreso a bruciare dopo la morte durante lo stage scuola-lavoro di Lorenzo Parelli, uno di loro; dopo le cariche della polizia nelle piazze convocate per protestare proprio contro quella tragedia dell’insicurezza; e ora per la nuova maturità con scritti e orale tornati in coda a due anni di pandemia.
Nel nome di Lorenzo e quella rabbia malinconica degli studenti scesi in piazza
di Paolo Di Paolo 04 Febbraio 2022
“Gli immaturi siete voi”, il grido all’unisono in tutta Italia degli striscioni d’apertura dei cortei, coordinati e pacifici stavolta, al netto del lancio di uova a Torino sugli scudi degli agenti e dell’irruzione a Milano fin dentro al provveditorato.
Dietro i cartelli (“No alle morti bianche”, “Questa scuola prepara a una vita che non c’è più da vent’anni”, “Levate la seconda prova”) hanno sfilato i ragazzi della Rete degli studenti medi, quelli dell’Unione degli studenti, il Fronte della gioventù comunista, l’Opposizione studentesca d’alternativa e, un po’ a distanza, la Lupa, lo spezzone più radicale, col nome animale che richiama la Pantera degli anni 90, “ma noi – dicono – stiamo facendo qualcosa di nuovo”. Tra i cori pure quelli contro il premier Mario Draghi e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, accusati di “sfruttamento e repressione”.
Tra gli studenti della Lupa che sfidano il governo: “Ascoltate la nostra rabbia”
di Maria Novella De Luca 02 Febbraio 2022
A fine mattinata una piccola delegazione di studenti è riuscita a varcare i cancelli del Miur per parlare di futuro, e dell’esame di Stato. Ne sono usciti scuotendo la testa: “Incontro insoddisfacente, dal ministero non c’è stata nessuna apertura”. Solo il sottosegretario Rossano Sasso ha detto a Metropolis: “Sul secondo scritto si potrebbe ragionare”. Gli studenti hanno risposto: “Vogliamo incontrare Bianchi in persona”. Accadrà martedì. Ma intanto il movimento già prepara le prossime mobilitazioni: oggi e domani assemblea nazionale nei centri sociali romani, venerdì prossimo altri cortei in ogni città.
Ecco le loro storie:
Gaia, 18 anni, Torino
“Non ne possiamo più di scelte improvvisate sulla nostra pelle”
TORINO – Gaia Gennari, 18 anni, frequenta l’ultimo anno del Curie Vittorini, liceo delle Scienze umane a Grugliasco. Tra qualche mese affronterà la Maturità. “Ho sentito le parole di Mattarella. Dice che ci devono ascoltare. Bene purché non restino solo parole. Servono fatti”.
Quali?
“L’alternanza scuola lavoro deve essere sicura e utile. Io l’ho fatta, un periodo alla Banca Centrale, un altro alla casa di cura del Cottolengo. Eravamo in mezzo alla pandemia, non avevo il certificato di sicurezza sul lavoro. E mi sento comunque un po’ privilegiata, erano attività attinenti al mio percorso di studi”.
Pronta per la Maturità con il ritorno delle due prove scritte?
“Ecco la seconda questione. Secondo me gli scritti andavano reintrodotti ma sono due anni che se ne parla e non è giusto farlo così, a febbraio, dopo due anni di Dad. Non c’è programmazione e i cambiamenti avvengono tutti sulla nostra pelle. Questo è il motivo per cui siamo arrabbiati. E anche perché nonostante tutte le parole sprecate i soffitti delle scuole continuano a crollarci in testa”.
(di Carlotta Rocci)
Scuola e università, gli investimenti arretrano: Italia penultima in Europa per laureati
Roberto, 19 anni, Milano
“Più soldi alla scuola e per ricostruirla ascoltate anche noi”
MILANO – Roberto, 19 anni, studia Filosofia alla Statale.
Il presidente Mattarella ha detto che bisogna ascoltare i giovani. Su che cosa, in primis?
“Pensiamo sia fondamentale che le parole e gli applausi dei politici si traducano in risposte concrete, come più fondi alla scuola, e che la voce studentesca sia rimessa al centro della didattica e della scelta dei programmi. Pensiamo che l’obiettivo della scuola di oggi non sia la formazione delle persone, ma solo quella dei lavoratori ubbidienti. La Dad ha completamente eliminato ogni forma di socialità e di crescita, lasciando spazio solo a un insegnamento nozionistico. E anche l’alternanza col lavoro è un esempio lampante di normalizzazione dello sfruttamento, a partire dalla scuola”.
Come si recuperano i danni di lockdown e quarantene?
“Non vogliamo tornare a una normalità, bisognerebbe dare più fondi alla scuola pubblica: siamo convinti che il modello scolastico vada cambiato in toto, a partire dal basso, cioè dai collettivi degli studenti”.
(di Simone Bianchin)
Con la pandemia la dipendenza dallo smartphone è cresciuta del 67 per cento
di Corrado Zunino 04 Febbraio 2022
Luca, 18 anni, Roma
“Maturità solo orale. Valutate le persone, non le competenze”
ROMA – “Alternanza scuola-lavoro e Maturità con gli scritti: ho protestato sotto al ministero perché sono preoccupato per il mio futuro”. Si sfoga così Luca Bertuccio, maggiorenne, all’ultimo anno del liceo scientifico Nomentano. Fa parte della Rete degli studenti medi.
Cosa chiedete al governo?
“Una prova di Maturità sulla falsariga di quella dello scorso anno: un maxi-orale che parta da una tesina”.
E perché?
“Vogliamo che venga riconosciuto che ci sono state sottratte delle possibilità. Vogliamo che vengano valutate non solo le nostre competenze, ma la nostra persona, completa d’interessi e prospettive globali”.
E la sua prospettiva qual è?
“Dopo il diploma vorrei iscrivermi a Matematica, ma chissà se riuscirò a laurearmi. All’inizio, in questi anni di Dad, non avevamo nemmeno la lavagnetta grafica per fare i calcoli”.
Quindi pensa di aver perso tempo prezioso?
“Sì. E di essere meno preparato di quanto dovrei. Vorrei insegnare: se oggi fossi un docente, scenderei in piazza con i miei studenti”.
(di Valentina Lupia)
Scuola, uno studente su due sceglie i licei. Crescono tecnici e professionali
Giorgio, 17 anni, Palermo
“Due anni di sacrifici. Ora ci aspettiamo di essere compresi”
PALERMO – Giorgio Caruso, 17 anni, rappresentante del liceo scientifico Einstein, ha sfilato con lo striscione “La vostra scuola ci fa schifo”.
Mattarella dice che ascoltarvi è “doveroso”: cosa chiedete?
“Solo questo: essere ascoltati e compresi. Speriamo che il discorso di Mattarella sia recepito. Sono ormai due anni che la nostra vita a scuola e fuori è fatta di sacrifici e privazioni, come studenti e come adolescenti: due anni di lezioni a distanza, di aperture e chiusure delle scuole. Di paure. E adesso ci chiedono di sostenere gli esami di maturità come se niente fosse”.
Due scritti: troppo dura?
“In questo momento storico sì. Chiediamo anche per quest’anno una versione semplificata dell’esame. Ci sarà tempo per tornare al passato”.
E poi manifestate contro l’alternanza scuola lavoro dopo la morte di Lorenzo Parelli…
“Nella maggior parte dei casi quei progetti sono una perdita di tempo, sarebbe meglio studiare. La scuola deve essere un trampolino sul mondo del lavoro. Ma non verso la morte come è accaduto a Lorenzo”.
(di Claudia Brunetto)