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PALERMO – Niente contestazioni, nemmeno un fischio, uno sberleffo. A dispetto di quanto da lui stesso paventato, nulla turba la tappa palermitana del tour di Matteo Renzi, da ieri impegnato nel battibecco a distanza con Giuseppe Conte.
Dalla Sicilia, il leader dei 5S lo ha provocatoriamenteinvitato a “presentarsi in piazza senza scorta”per sostenere l’abolizione del reddito di cittadinanza. “Linguaggio minatorio e direi persino politico mafioso”, insiste anche da PalermoMatteo Renzi. “Non posso accettare – aggiunge – che un ex premier ne minacci fisicamente un altro. Venga senza scorta che vuol dire? Mi deve menare? È un irresponsabile”.
In realtà, a dispetto delle preoccupate segnalazioni arrivate da Renzi persino alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, particolari allarmi per la sicurezza non ce ne sono mai stati. L’appuntamento per i renziani è ai Giardini del Massimo – esclusivo caffé del principale teatro della città – affacciato sulla piazza che sabato sera Giuseppe Conte ha riempito con oltre seimila persone.
Il confronto è impari, ma naturale. Ad ascoltare Matteo Renzi non ne sono arrivate più di trecento, candidati con famiglia al seguito inclusi. L’ex sindaco di Firenze li intrattiene per un’ora circa. Obiettivo principale, il M5S “che se va bene prenderà la metà dei voti del 2018”, Giuseppe Conte “un mediocre” e il reddito di cittadinanza, bollato come semplice specchietto per le allodole di “una campagna tutta basata su clientelismo e voto di scambio”.
Per combattere la povertà, sostiene Renzi, “non serve un sussidio”. Meglio, suggerisce, una Sicilia da trasformare nella “Florida d’Europa”, in cui far piombare investitori grazie a tasse ridotte al minimo, accordi con Comuni e università. Nel duello a distanza con Conte, finisce in mezzo anche l’ex procuratore generale Roberto Scarpinato, ex componente del pool di Falcone e Borsellino, oggi candidato 5S al Senato in Sicilia e Calabria. “Si dovrebbe vergognare” attacca Renzi, che lo accusa di “rapporti particolari” con l’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, condannato a otto anni per associazione a delinquere. Fonte? Luca Palamara, radiato dalla magistratura per aver trasformato il Csm in un suq.
Ma in fondo il leader di Italia Viva ne ha per tutti. Per gli ex renziani siciliani, passati alla Lega “che adesso vanno a baciare l’ampolla del Po”, per “il sovranismo, non il fascismo” di Giorgia Meloni, per il Pd di Letta, partito delle tasse che “sta diventando grillino”. Almeno un pezzo degli ex dem l’ex sindaco di Firenze ambisce a portarselo via, il bersaglio vero però è Forza Italia. “I democristiani non possono votare la Fiamma”.
Con Silvio Berlusconi però i rapporti ci sono. Di recente anche una telefonata”perché ha sentito che l’ho definito “inimitabile” su Tik Tok. Però non so se è un complimento”, dice Renzi, che per qualche minuto intrattiene i suoi con l’imitazione del “Cav”. “Vi prometto un milione di alberi – suona bene, come un milione di posti di lavoro – un materasso. In campagna elettorale lui è così”. Risate in platea, si va verso la chiusura. Renzi va via. “Chi è?”, chiede qualcuno incuriosito. Davanti alle camionette della polizia sfila solo lo struscio domenicale.
