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Test diagnostici per il Covid dei Centri delle Ulss riservati, d’ora in poi, solo a chi ha sintomi. Succede in alcune Ulss del Veneto dove i tamponi Covid ‘non diagnostici’ e a pagamento, richiesti soprattutto dai non vaccinati per avere i Green Pass a tempo, non verranno più eseguiti. A fare da apripista, al momento, la Ulss 6 Euganea di Padova e la Ulss 3 Serenissima di Venezia.
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di
Michele Bocci
01 Dicembre 2021
Una decisione che dalla Ulss di Padova spiegano così: “Vista l’ondata di contagi e la mole sempre più importante di lavoro per le vaccinazioni è stato deciso di non fare più i tamponi a pagamento, per concentrare il personale sui vaccini e sul tracciamento. D’altronde, nonostante il nostro bacino di riferimento sia di poco inferiore ad un milione di persone, i test a pagamento erano soltanto un centinaio al giorno, molto pochi. La maggior parte delle persone preferiva già andare a farli nelle farmacie e nei laboratori privati. Noi continueremo a fare i tamponi gratuiti per i sintomatici che ci vengono indirizzati, su prenotazione, dai medici di famiglia e dal Sisp, in seguito al tracciamento dei casi positivi”.
E anche dalla Ulss 3 Serenissima di Venezia spiegano: “ll concetto è: il Servizio Sanitario non butta via risorse per un’attività destinata a chi non si vaccina, e ‘a pagamento’, che è semmai svolta dal privato. Quindi l’Ulss fa il minor numero possibile di tamponi per i No Vax, per fare più tamponi per i contatti, i sintomatici, le scuole. L’Ulss 3 ha separato per quanto possibile le linee dei tamponi, anche per evitare la sovrapposizione tra flusso di persone probabilmente positive e persone che invece devono farsi il tampone per il green pass. Quindi non si fanno più tamponi ‘pro Green Pass’ in alcuni punti”.
E a fare chiarezza è la stessa assessora alla sanità del Veneto, Manuela Lanzarin: “Con l’aumentare dei casi di Covid, ben noto a tutti, il carico di tamponi necessari a garantire la sanità pubblica è aumentato a dismisura, e assorbe tutte le energie del personale delle Ulss e il tempo necessario per la processazione dei tamponi. Quindi – spiega – si tratta di uno stato di necessità che non vuol comportare alcuna discriminazione, ma risponde unicamente alla necessità primaria di garantire la sanità pubblica. Peraltro, voglio ricordare, a chi vuole farsi un tampone senza motivi particolari, che vi sono in Veneto un migliaio di farmacie che garantiscono questo servizio oltre a tutti i centri privati di analisi”.