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Influenza e Covid i sintomi sono simili: tosse, febbre e dolori. Come fare per smascherare il virus

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Iacopo Periti, medico di famiglia e membro del comitato direttivo della Fimmg di Firenze, è nel suo ambulatorio a Empoli poco prima delle 13. Il telefono fisso squilla a ciclo continuo, arrivano chiamatedai suoi assisti. “Ne ho 1.620” dice mentre scorre gli ultimi dati sull’influenza nazionale e toscana: “Ieri mattina dalle 8 alle 10 mi hanno chiamato almeno una quindicina di persone per sintomi influenzali”.

Dottore, la sensazione è che l’influenza stia tornando come non si vedeva da tempo.“I casi stanno salendo. Stiamo assistendo a molta patologia influenzale e simil Covid. Ci sono tantissime persone ora con stati tipici delle forme virali, ogni giorno ricevo delle chiamate per questo motivo. Epidemiologi e virologi ci dicono che sarà forse una forma più aggressiva, perché mancherà una parte di immunità naturale che si creava tutti gli anni. Negli ultimi due anni però, viste le misure di igiene e prevenzione che avevamo adottato, l’influenza in gran parte non è circolata, quindi secondo alcuni esperti troverà un terreno più fertile”.

Quali sono i principali sintomi che le segnalano?“Febbre, spesso alta, e tosse: senza questi due difficilmente si tratta di influenza. Sono i due cardini, che poi vengono spesso accompagnati da raffreddore e dolore muscolari. In questo periodo sta girando anche una virus, chiamato erroneamente influenza, che è però una forma gastrointestinale”.

Quale fascia di età è più colpita?“La curva sta crescendo soprattutto tra i giovani, perché sono quelli non vaccinati. Anche i dati di Influnet (il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, ndr) confermano quello che sto vedendo con i miei assistiti. I più interessati sono nell’età 0-4 anni, poi tanti ragazzi tra i 5 e i 14. Mentre nella fascia oltre i 65 anni i casi non salgono così rapidamente. Questo perché probabilmente ormai da oltre un mese molti si stanno vaccinando per l’influenza”.

Il dottor Iacopo Periti 

Quando potrebbe esserci il picco della diffusione?“Di solito è da metà gennaio in poi, ma guardando le curve siamo un po’ in anticipo quindi arrivare prima di un paio di settimane, forse sarà a inizio gennaio. Abbiamo una stagione un po’ anomala, simile a quella del 2009-2010, qualcosa quindi che non si vedeva da tanti anni. Se saremo stati bravi nelle vaccinazioni però la curva sopra i 65 anni rimarrà piatta”.

E il Covid? Pare scomparso nella percezione pubblica, ma anche ieri in Toscana si sono registrati 3.398 positivi, di cui 803 nel fiorentino. Ci sono persone che credono di avere l’influenza e in realtà è coronavirus?“Assolutamente sì, tutti i giorni sono a discutere con chi non vuole farsi il tampone, ma che poi quando va a fare il test scopre di essere positivo. La sintomatologia in alcuni casi è simile e senza tampone è difficile riuscire a distinguere oggi”.

Quali precauzioni consiglia contro l’influenza?“Le norme di igiene apprese con il Covid sono forse l’unica cosa buona che abbiamo ricevuto dalla pandemia. Anche se il tampone risulta negativo, ma si esce avendo raffreddore, febbre o tosse è importante e utile tenere la mascherina. Anche se non è obbligatoria. È una pratica che dovremmo radicarci dentro”.

Per la nostra società rappresenta un cambio culturale.“La considero un’abitudine che dovremmo mantenere, un’attenzione all’igiene e verso gli altri, in particolare gli anziani. Se li andiamo a trovare avendo dei sintomi è bene indossare la mascherina, perché l’influenza su soggetti fragili può portare comunque delle conseguenze. È passato quasi il concetto in questi 2 anni che se non si tratta di Covid allora va tutto bene. Ma non è così: vacciniamo le persone anziane e fragili perché pure di influenza si potrebbe morire. Speriamo che il Covid ci abbia insegnato a ragionare anche per il bene degli altri”.

Come stanno andando le vaccinazioni?“In Toscana abbiamo una buona copertura contro il Covid, stiamo facendo già delle quinte dosi. Anche la campagna antinfluenzale è partita bene e credo che mediamente siamo attorno al 50% di over 65 vaccinati. Speriamo di superare il livello dell’anno scorso, quando arrivammo a poco meno del 60%. La gente inizia a essere però un po’ stufa dei vaccini. Tanti mi dicono che hanno fatto la quarta dose del Covid e non vogliono fare altro”.

E lei cosa risponde?“Cerco di spiegare che sono protezioni diverse: si possono fare nella stessa seduta senza rischi, coprono patologie differenti e servono entrambe. Ma c’è una stanchezza su questo. Noi medici dobbiamo sforzarci di spiegare bene perché non ha senso oggi fare solo il vaccino Covid e non quello antinfluenzale. Credo sia importante un appello: sopratutto gli over 65 vengano a farlo visto che da gennaio si prevede un’influenza più pesante, anche rispetto al prepandemia. I vaccini per l’influenza sono i cosiddetti “tecnici”, stimolano solo la risposta immunitaria. Non c’è motivo di non farlo: sono usati da decenni. È un gesto di aiuto degli altri, della collettività per avere un inverno con meno rischi”.

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