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“Voterò a favore dello “ius scholae”, è la mia battaglia”. Renata Polverini, deputata forzista, ex sindacalista dell’Ugl, si smarca dal centrodestra. Ritiene “anacronistica” la posizione delle destre sui nuovi italiani, e “indispensabile” prendere atto di come è cambiata la società. Tuttavia rivolge un appello al centrosinistra: “Se accoglie la modifica chiesta da Forza Italia di concedere la cittadinanza dopo un ciclo di otto anni di scuola, e non di cinque, allarga il consenso e blinda la legge”. Aggiunge: “Dobbiamo a circa un milione di bambini figli di immigrati, ma italiani di fatto, il riconoscimento di un diritto”. E a Matteo Salvini e Giorgia Meloni: “Almeno ascoltino la Cei”.
Polverini, lei è favorevole allo “ius scholae”?
“La società è cambiata. Abbiamo tanti ragazzi di seconda generazione nati in Italia, o che si sentono profondamente italiani. Che non conoscono neppure il Paese dei loro genitori. Dare loro la cittadinanza italiana dovrebbe essere scontato, se fossimo un Paese che segue le dinamiche della società. Questi ragazzi frequentano le nostre scuole insieme ai nostri figli, conoscono non solo l’italiano, ma anche i dialetti”.
Perciò in Parlamento lei voterà Sì alla riforma della cittadinanza?
“Ho presentato una mia proposta di legge molto simile, e sono coerente con me stessa e le mie battaglie. Voterò Sì allo “ius scholae”. Però vorrei poter condividere questa battaglia con tutta Forza Italia. Stiamo lavorando con altri colleghi a una modifica del testo che è al voto dell’aula di Montecitorio”.
La modifica in cosa consiste?
“Il punto in discussione è uno solo: riconoscimento della cittadinanza ai minori figli di stranieri che abbiano completato un ciclo di istruzione di 8 anni, dalla prima elementare alla terza media. Se il centrosinistra accogliesse l’emendamento, Forza Italia voterebbe a favore. L’attuale testo prevede invece 5 anni di scuola, ovvero solo le elementari”.
Non pensa sia un alibi allungare la frequenza della scuola, per poi non farne nulla?
“No, non lo penso. A cominciare dal capogruppo di FI, Paolo Barelli e poi da Antonio Tajani, è stato ribadito che con la modifica FI voterebbe Si”.
Ricapitolando: con l’allungamento della frequenza scolastica a 8 anni, FI voterà Sì allo “ius scholae”. Se no?
“Io voterò comunque a favore. Mi auguro si possa giungere nel partito alla posizione della libertà di voto, perché altri colleghi sono della mia stessa opinione. Arrivare a uno “ius scholae” di 8 anni però, sarebbe positivo. Una legge perfetta in questa legislatura è impossibile, ma fare passare una riforma della cittadinanza è importante per dare il segnale a questi ragazzi che sono riconosciuti per quello che sono: italiani”.
Giorgia Meloni in passato si era detta favorevole, forse l’ha dimenticato?
“Da Meloni mi aspetto infatti un colpo di scena, se ci fosse uno “ius scholae” legato agli otto anni di frequenza scolastica”.
Salvini e la Lega sono invece per il No, hanno presentato 1.500 emendamenti, pronti all’ostruzionismo. “Francamente non credo che, anche con modifiche, la Lega faccia un passo avanti a favore della riforma della cittadinanza. Non mi pare ci sia spazio per negoziare con i leghisti”.
Perché questa contrarietà? Fanno paura i bambini e ragazzi figli di immigrati?
“Non lo capisco. Credo ci sia un certo anacronismo, non riconoscendo l’evoluzione della società. Inoltre l’argomento di chi è contrario è che, regolarizzati i ragazzi, si regolarizzeranno anche i genitori. Non è così. Né vale il timore di regalare in seguito una fetta di elettorato al centrosinistra. Ma i nuovi italiani si formeranno le loro opinioni politiche, come chiunque altro”.
La Cei è a favore
“E mi auguro che Salvini e Meloni la ascoltino“.
Un partito liberal come Forza Italia si accoda alla Lega anche sui diritti civili?
“FI sta ritrovando lo spirito liberale delle origini. Sul ddl Zan alcuni di noi hanno votato a favore, ad esempio”.