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Riparte Ora pOSSO, la campagna di informazione e sensibilizzazione sulla fragilità ossea, problema che interessa le donne con tumore al seno che seguono una terapia ormonale adiuvante. L’iniziativa, per la sua quarta edizione, mette al centro l’alimentazione.
Nutrita dall’interazione costante con le pazienti che raccontano le loro esperienze e necessità sui gruppi presenti sui social media, Ora pOSSO può contare sul supporto di una community di oltre 130 mila iscritte a “Cancro al seno insieme possiamo sconfiggerlo”, “Le Toste, rinascita dopo il cancro al seno”, “Tumore al seno”, “Tumore al seno, Wonder Women”.
Non solo: sulla pagina web della campagna è possibile trovare strumenti come programmi specifici dedicati all’attività fisica e su che cosa chiedere allo specialista per costruire un dialogo efficace con l’esperto. A settembre, invece, sarà disponibile un “booklet” che fornisce informazioni pratiche per una dieta bilanciata. Inoltre, sulla pagina Facebook di Europa Donna Italia è previsto un calendario di dirette mensili con gli specialisti, in modo da approfondire temi come fragilità ossea e corretti stili di vita.
Cresce il tasso di sopravvivenza
Il tumore al seno è quello più diagnosticato nella popolazione femminile: dando uno sguardo ai numeri, infatti, ogni anno colpisce 55 mila donne, con percentuali che toccano il 41% nella fascia d’età fino ai 49 anni, per poi abbassarsi al 35% fra i 50 e i 69 anni e al 22% per le over 70.
Il trend è in aumento, colpa degli stili di vita sbagliati come l’errata alimentazione e la mancanza di attività fisica. Ma la buona notizia c’è: secondo gli ultimi dati disponibili, relativi alle donne operate fra il 2010 e 2014, il tasso di sopravvivenza è del 91%, percentuale che nei 5 anni precedenti si fermava all’86%. In pratica, un miglioramento pari all’1% all’anno.
Gli effetti collaterali delle cure
C’è comunque un importante aspetto da valutare: ben 8 pazienti su 10 operate di tumore al seno ricevono una terapia ormonale adiuvante in grado di ridurre oppure cancellare la produzione di estrogeni, fattore che ha come conseguenza la fragilità ossea e fanno impennare il rischio di fratture anche in seguito a minimi traumi.
Le fratture da fragilità sono definite proprio dal trauma che le provoca: una banale caduta da posizione eretta come da seduta, un piccolo urto, addirittura azioni semplici come sollevare un vaso, distendersi verso l’alto, o ancora di girarsi nel letto. Tutti traumi minori, che però possono portare alla frattura dell’avambraccio (la parte più colpita in assoluto) o una vertebra.
Tali infortuni sono conseguenza della terapia ormonale adiuvante, fondamentale per la prevenzione di recidive del tumore al seno che però, purtroppo, comporta anche questi effetti collaterali. Per abbassare i rischi si può ricorrere ai cosiddetti farmaci antiassorbitivi, studiati appunto per contrastare il riassorbimento delle ossa. Oggi, è disponibile un anticorpo monoclonale che si inietta per via sottocutanea ogni 6 mesi: privo di effetti collaterali a livello gastro-esofageo, può ridurre il rischio di fratture dal 50 al 70%.
L’importanza dell’alimentazione
Le terapie vanno però combinate con una dieta bilanciata, che assicuri alle ossa la giusta quantità di calcio e vitamina D e, quando necessario, preveda l’uso di integratori, decisi dallo specialista. Per assicurarsi tali nutrienti ok a 2-3 porzioni al giorno di yogurt (125 ml) o latte (250 ml), e formaggio 2-3 volta alla settimana, preferendo quello fresco rispetto allo stagionato.
Ma per fare il pieno di calcio e vitamina D non esistono soltanto i latticini: un piatto di cavolo nero, per esempio, arriva a fornire 1.000 mg di calcio, senza dimenticare le virtù di semi di sesamo, fagioli di soia, mandorle e fichi secchi. Importante anche il pesce, in modo particolare spigola, sgombro, triglie e alici, da consumare 3-5 volte alla settimana. Spazio, inoltre, anche alle uova: ne basta uno solo per garantirsi 1/15 del fabbisogno giornaliero consigliato di vitamina D, la stessa quota assicurata da una manciata di funghi Shiitake.
Niente alcol, invece, poiché influisce in modo negativo sulla salute delle ossa e a livello oncologico; inoltre, attenzione al consumo di sale, che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità non deve superare i 5 g al giorno. Per raggiungere l’obiettivo ed eludere le trappole di quello “nascosto”, ci si può orientare su alimenti freschi, limitare pizza e prodotti da forno ed evitare di salare l’insalata oppure il pesce.
Lo stile di vita
Anche le buone abitudini quotidiane possono contribuire al benessere di ossa e articolazioni: esporsi al sole (mezz’ora al giorno scoprendo braccia, gambe, testa e collo, senza usare creme solari) permette ai raggi UV di stimolare la sintesi della vitamina D da parte dell’organismo.
Consigliata, inoltre, la pratica regolare di un’attività fisica, in grado di mantenere il benessere della massa scheletrica e migliorare coordinazione ed equilibrio, contribuendo così a prevenire i rischi di cadute. Sono indicate discipline come camminata oppure nuoto, ma l’importante è scegliere un’attività che piaccia e, soprattutto, mantenersi in movimento!
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