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C’è una nuova puntata del bisticcio tramite social network tra Vittorio Sgarbi e il ministro leghista di Giustizia e Polizia del Canton Ticino, Norman Gobbi. Questa volta, forse per via della campagna elettorale italiana, viene tirato in ballo, dal critico d’arte, pure Matteo Salvini. È successo che Sgarbi non ha preso per niente bene le parole, rilanciate via Facebook, pronunciate dall’esponente leghista ticinese, il quale l’ha rimproverato, come ha riportato Repubblica, per aver viaggiato sull’autostrada svizzera, da Lugano al valico di Chiasso-Brogeda, sorpassando la colonna d’auto e transitando con i lampeggianti dell’auto blu accesi.
Fatti avvenuti nel pomeriggio di sabato 6 agosto. “Qui in Svizzera – lo aveva rampognato Gobbi – i deputati non hanno l’auto blu e i lampeggianti vengono impiegati solo dai mezzi di pronto intervento”. Ovvero ambulanze, pompieri e polizia. “In Svizzera non avete la mafia”, gli ha replicato infuriato il deputato e critico d’arte. In un lungo video su Youtube, girato in un’atmosfera agreste, sotto un grande albero, Sgarbi spiega che l’agente di scorta, le cui spese come quelle dell’auto blu sono a suo carico, gli è stato assegnato per le molte minacce ricevute nel corso degli anni. Addirittura centinaia di minacce! “Bastava mi diceste di non usare i lampeggianti e mi sarei uniformato”, argomenta il parlamentare, che poi denuncia, nuovamente, quella che definisce “l’arroganza della Polizia Cantonale” nei suoi confronti e del suo bodyguard-autista. “Domenico Valerio, il mio agente, ha fatto il suo dovere”.
Non si capisce se superando la colonna sull’autostrada con le luci in funzione o invevendo, come ha dichiarato Norman Gobbi, contro i poliziotti ticinesi e le guardie di confine che li avevano fermati. Episodio, sul quale, Sgarbi si guarda bene dal tornare. Triste, va detto, che nel video il critico-deputato arrivi a paragonarsi a Marco Biagi. “A cui è stata tolta la scorta ed è stato ucciso”, ricorda. Peccato che Marco Biagi sia stato ammazzato dalle Brigate Rosse mentre si trovava in bici e non mentre era di ritorno, su una comoda vettura, guidata da un agente di scorta, da un appuntamento mondano come il Film Festival di Locarno. Dicevamo di Salvini. Alla fine del video su Facebook Sgarbi torna a prendersela con Gobbi, tirando in ballo Matteo Salvini. “Caro signor Gobbi, quando verrà in Svizzera il suo amico Matteo Salvini, qualcuno dovà pur proteggerlo. È vero che la mafia in Svizzera non esiste”.