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“Innanzitutto il rischio, altissimo, è che le persone bisognose di protezione restino invisibili. In sette giorni è impossibile garantire procedure di frontiera che garantiscano i diritti inalienabili delle persone per giunta in stato di trattenimento. E poi, diciamolo, non ci sono né i soldi, né i mezzi, né le persone per farlo”.
Silvia Albano, giudice del tribunale di Roma specializzata in diritti della persona e immigrazione e componente dell’esecutivo nazionale di Magistratura democratica, è assai scettica sulla fattibilità del piano