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Android Auto continua a ricevere diverse attenzioni da parte di Google e di produttori terzi: dalla nuova interfaccia Coolwalk, ormai arrivata su tutti i modelli supportati, ai vari dongle per avere Android Auto Wireless (AAWireless ed MA1 in testa), ormai l’esperienza d’uso in generale è piuttosto positiva (al netto di bug, più o meno localizzati, che non mancano mai). Eppure c’è un aspetto che ancora Android Auto non riesce a fare a dovere: la messaggistica.
Navigazione, musica e messaggi: questi sono un po’ i tre pilastri sui quali si basa Android Auto, e in generale ogni sistema di infotainment. E se i primi due hanno ormai raggiunto una loro maturità, forti anche di tanti app alternative tra le quali scegliere, per quanto riguarda la messaggistica siamo ancora piuttosto indietro.
Anzitutto inviare messaggi da Android Auto è inutilmente complicato. WhatsApp non ha una sua interfaccia, Telegram ce l’ha solo per ascoltare eventuali file audio, e in generale non è possibile visualizzare le chat sullo schermo dell’auto, né per leggere i messaggi né per vedere altri tipi di contenuto (ad esempio immagini o video).
Il motivo di tutto ciò è probabilmente da ricercarsi nella sicurezza, e su quello non si transige, ma altre app (ad esempio quelle musicali) prevedono una interazione limitata con il display, nel senso che dopo un certo numero di tocchi si bloccano per un po’ di tempo. Perché non implementare una cosa simile anche per i messaggi? Oppure perché non consentire di accedervi solo a veicolo fermo? Ci sarebbero insomma delle alternative da prendere quantomeno in considerazione.
L’unica soluzione per inviare messaggi è passare per l’Assistente Google, ma anche lì ci sono diverse limitazioni. Anzitutto Telegram non è proprio supportato, mentre funzionano SMS e WhatsApp; a parte questo, potete al massimo mandare un messaggio a una singola persona, non in un gruppo, e la dettatura vocale è spesso lunga (dove confermare l’app, il numero di telefono, il destinatario, il messaggio ecc. ecc.) e non priva di possibili errori.
Anche lasciando perdere la parte di invio, quella in ricezione non è che sia impeccabile. I messaggi in arrivo vengono letti pari pari come sono, il che significa che se contengono “parolacce” anche queste saranno lette senza alcun filtro. E tutto ciò che è “speciale” (URL, immagini, audio) non prevede particolari interazioni. Nel caso di indirizzi internet viene letto l’intero URL, con risultati spesso comici e incomprensibili, mentre le immagini non vengono mostrate, e nemmeno i vocali possono essere ascoltati. È insomma facile che non possiate cogliere a pieno il senso di tutti i messaggi, o che siate costretti a censure improvvisate se in auto con voi dovessero esserci dei bambini.
E se mentre state cercando di dettare un messaggio dovesse partire la voce guida del navigatore, allora le cose potrebbero farsi ancora più “comiche”. Sì perché Android Auto non dà priorità a nessuno dei flussi audio, che quindi si sovrappongono.
Sentirete cioè la voce del navigatore frammista a quella dell’assistente, col risultato che quest’ultimo potrebbe prendere come input la voce del navigatore anziché la vostra. Nel video che trovate a inizio articolo c’è un esempio concreto di questo, con anche uno svarione finale dell’Assistente, a conferma di come l’interazione vocale non sia sempre impeccabile, nemmeno se segui alla lettera i suoi suggerimenti.
Non fraintendetemi: nel complesso il mio giudizio su Android Auto è positivo (al netto di bug che sono sempre dietro l’angolo). La ventata d’aria fresca apportata da Coolwalk e la facilità con la quale ormai Android Auto Wireless può essere usato anche su veicoli non nativi sono due grossi incentivi all’uso del sistema di Google.
Tendenzialmente le cose funzionano: la navigazione è sempre a portata di mano e la musica si avvale di tutti i principali servizi di streaming; laddove voleste passare alla radio c’è sempre TuneIn, così non dovrete lasciare Android Auto nemmeno per ascoltare la vostra stazione preferita.
Certo, da un sistema del genere, sarebbe lecito aspettarsi una maggiore stabilità e un comportamento più predicibile, invece tra possibili malfunzionamenti e le incognite dell’interazione vocale non abbiamo sempre l’uso impeccabile che vorremmo; ma non è nemmeno la situazione tragica che dipingevamo un paio d’anni fa. O forse sì? Del resto l’eterogeneità dell’esperienza, condizionata dal telefono impiegato, dal veicolo, e dalla versione stessa di Android Auto, non aiuta a dipingere un quadro universale. Diteci pure anche voi nei commenti qui sotto come vi trovate, e quali sono i pregi e difetti che attualmente riscontrate nel sistema di infotainment di Google: siamo sicuri che tra un altro paio di anni saremo sempre qui (a lamentarcene).