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La protesta delle ostetriche: “Nel nuovo contratto aumento più basso di quello degli infermieri”

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Le ostetriche italiane sono in rivolta. Quasi 21 mila professioniste che lavorano non solo nei punti nascita ma, ad esempio, anche nei consultori sono in fibrillazione per il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto sanitario. È stato firmato e tra poco potrebbe diventare ufficiale. “Il testo non riconosce il ruolo, le competenze e le responsabilità delle ostetriche”, è scritto in una petizione online alla quale hanno aderito già 11 mila persone.

La questione è di status ma anche economica. Nel contratto si è previsto in fatti che gli infermieri, circa 400 mila professionisti, abbiano un aumento di 170 euro lordi al mese. Alle ostetriche andranno invece 130 euro. Una differenza della quale non si vede il motivo. “Non ha alcun senso – dice Silvia Vaccari, presidente dell’ordine della professione ostetrica – Ci hanno allineato ad altre figure sanitarie, quelle che rientrano nel maxi ordine al quale sono iscritti i tecnici di radiologia o laboratorio e tutte le altre figure che lavorano negli ospedale. Ma noi facciamo assistenza diretta al paziente, proprio come gli infermieri”.

Tra l’altro il percorso formativo universitario di infermieri e ostetriche è praticamente uguale, con un primo anno identico. “E invece riconoscono solo l’assistenza agli infermieri e pure agli operatori sociosanitari, oss, che non sono nemmeno laureati. A noi che entriamo anche in sala operatoria, niente. Per questo stiamo protestando con i ministeri del Lavoro e della Salute e con i sindacati”. Ci sono pochi giorni per risolvere la questione, un piccolo margine per introdurre nell’accordo il riconoscimento formale e pure l’aumento..

Nella petizione si spiega che l’ostetrica “è una professionista che con competenze legittimane e qualificate presta un’assistenza diretta alla persona con propria autonomia e responsabilità civile, penale e amministrativa, promuove la salute di genere sessuale e riproduttiva, la salutogenesi in area materno-neonatale e ginecologica, protegge, promuove e tutela la salute femminile della coppia madre-neonato”.

Vaccari fa anche notare che le ostetriche spesso devono pagarsi una assicurazione accessoria, rispetto a quella base dell’azienda dove lavorano, per proteggersi dal rischio di essere denunciate per danni. “Cosa della quale gli infermieri raramente hanno bisogno”.

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