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Wanda Nara che pubblica una foto non ritoccata e non in posa, in cui il punto vita non è così definito come in altri scatti: “Ragazze, se ho tanto successo anche così vi consiglio di iniziare a mangiare pizze senza sensi di colpa”, scrive su Instagram.
Selena Gomez che su Tik Tok posta un minivideo in cui è sdraiata in barca, una voce fuori campo le dice di tirare in dentro la pancia per la foto e lei risponde: “Le vere pance sono tornate di moda”, e lo dice – perché business is business – indossando un costume intero della linea che ha lanciato lo scorso anno, costumi “inclusivi per tutte le donne”.
Sabrina Ferilli che sbotta contro Vanessa Incontrada: o meglio, contro quello che si chiama storytelling di Vanessa Incontrada, che qualsiasi cosa dica, faccia o conduca finisce sulle copertine per le oscillazioni del suo peso.
Nancy Brilli si fa un video mentre prova un costume da bagno, due pezzi, siamo ben lontani da qualsiasi definizione curvy ma forse il senso del suo post è sull’età: “Il costume da bagno me lo metto, non me le metto? Fammi vedere bene, dietro come sta? Copre abbastanza? È adatto alla mia età? Mi fotograferanno mentre salgo sbilenca sul gommone, mentre mi cambio con quello asciutto, sembrerò storta, vecchia, grassa, magra, cellulitica, moscia, sembrerò… uff….una vita, così. E guarda com’è senza trucco, e sarà tutta rifatta, e in fondo non è niente di che, però invece è ancora carina, e…Sai che ti dico? Ho deciso. A me l’aria aperta piace, il sole fa bene alla schiena, e tanti saluti. Quanti si sono fatti questi stupidi problemi? Facciamo che basta così?”. Hashtag: bikini, bodypositive, ageism e già che ci siamo un bel chissene.
Claudia Gerini pubblica una sequenza di foto in costume, in spiaggia: “Beccata a Isola di Espalmador… Certo…. Mi potevo impegnare un po’ di più con gli allenamenti…. Il più delle volte la palestra l’ho trovata chiusa”. Poi aggiunge: “E si vede… Ma diciamo che ci stiamo difendendo discretamente”. A seguire degli hashtag che ribadiscono con autoironia la natura body positive del suo post social: #nonsolofitness #pastalover #mum #womenempowerment #idontcare #actress.
Il governo spagnolo decide di lanciare una campagna di sensibilizzazione per dire che non esistono corpi sbagliati da esibire in spiaggia, e lo fa con un manifesto di un artista che mette in spiaggia cinque donne, di età diverse e con corpi diversi, con la cellulite, la pancia, con la cicatrice della mastectomia, obese. Peccato che l’immagine è una elaborazione grafica di donne vere, alcune sono modelle e non sapevano di finire in quella immagine. Soprattutto, alla faccia del “Corpi diversi, liberi da stereotipi di genere, che occupano tutti gli spazi. L’estate appartiene anche a noi. Liberi, uguali e diversi”, come aveva twittato Antonia Morillas, direttrice dell’Instituto de las Mujeres che si occupa di parità di genere per il ministero dell’Uguaglianza: a una delle modelle, la 32enne Sian Green-Lord, è stata eliminata la protesi che ha al posto della gamba sinistra, amputata dopo un incidente. Niente protesi, ma una gamba vera. Proteste e giusta indignazione, per una volta sacrosanta, anzi: non si capisce perché una protesi sia fuori contesto in una campagna sulla normalizzazione dei corpi.
Vanessa Incontrada sulla copertina di Vanity Fair Agosto è arrivato, siete pronte alla prova costume?Un paio di anni fa era stata Arisaa fotografarsi in una posa non posa, costume strizzato, pancia e smagliature in vista. E avevamo scoperto anche qui che le foto in costume al naturale postate dalle dirette interessate, e non paparazzate, sono merce preziosa per il dibattito sui corpi (non) conformi. Non era la prima, ma per una volta era davvero un fisico normale a parlare con quella foto e quel primissimo piano senza filtri e finzioni. Una foto che aveva raccolto tanti complimenti per il coraggio – oltre alle prevedibili offese – ma non tanti “sei bellissima”. Quelli ora sono tutti sotto le foto che Arisa sta pubblicando in questi giorni su Instagram: dimagrita tantissimo, in costume, in posa.La guardo e penso al tilt in cui devono andare ogni volta gli integralisti della body positivity quando una come Arisa passa da paladina delle loro battaglie a testimonial ideale per i prodotti dimagranti.
Wanda Nara non si pone il problema (ci ha costruito del resto una carriera: dite quello che volete di me, I don’t care). Ha pubblicato questa foto in due pezzi a mutanda alta, di quelli che anche sulle cosce più magre creano l’effetto curvy, il seno non sfida certo la forza di gravità (ha cinque figli e almeno una foto pubblica in cui allattava). “Nessuno carica foto in cui sta male. Quando mi sono ammalata di Covid non caricavo le foto di me distrutta a letto. Postiamo foto mentre mangiamo sushi o siamo su un balcone con una bella vista. Passo il mio tempo a mangiare polenta, riso e pasta al burro, ma non sono molto instagrammabili. Ma posso assicurarvi che amo ogni centimetro del mio corpo: ho la cellulite come tutti, l’acne e in estate si vede la ricrescita sui capelli, ma sono reale”. E qui c’è il punto, nella chiusa: “Scelgo il mio profilo migliore da caricare in rete”. E infatti questa storia sparisce, e a distanza di qualche giorno sul profilo torniamo alla normalità: foto strategiche che mostrano un fisico ben diverso, e se è solo merito dell’inquadratura della camera del telefono vogliamo tutti un tutorial.
E’ stata una foto in costume, qualche settimana fa, a riportare di attualità, preciso come i servizi su come combattere il caldo bevendo tanta acqua, l’eterno tema del peso di Vanessa Incontrada. Che – non sapendo cosa si stava attirando – aveva pubblicato una foto (anche qui tutorial su come usare il telefono) mentre correva per strada, foto in cui sembrava dimagrita rispetto al peso forma per cui è diventata anche testimonial di un marchio che un tempo si definiva per taglie forti. Pochi giorni dopo la foto incriminata su un giornale di gossip: in spiaggia, un po’ sgranata perché presa da lontano, mostrava ben altre rotondità. Polemiche e dibattiti sul body shaming, poi tutti a guardare la sua prima apparizione in tv per pesarla a occhio. Vanity Fair le ha dedicato una nuova copertina, un servizio in cui, volendo, ci sono tanti temi: privati (la fine della sua relazione, il desiderio di un altro figlio, il dire grazie a dio senza sensi di colpa che il figlio 14enne sta anche con il padre, con il nonno mentre lei lavora) e pubblici (le critiche a Giorgia Meloni e al partito spagnolo Vox, alle limitazioni in Usa all’aborto). Il titolo di copertina è “Sei bellissima”, come le hanno cantato in piazza a Napoli dopo quella foto in costume che nell’intervista liquida con un “Non mi ha ferito, la mia risposta è l’indifferenza”.
Carla Gozzi Non se ne esce, direte voi, diciamo tutti. Sabrina Ferilli l’ha detto davvero: “Non critico l’attrice, ma questo modo di raccontare tutto ed il contrario di tutto che porta ad un corto circuito insopportabile. Probabilmente s’è rotta le balle pure lei di essere messa in mezzo in sta storia che non ha più senso. Dura da secoli. È che a un certo punto da donna matura deve pure capire che ste storie non hanno più senso… E magari fare una copertina in meno e raccontare che lavoro sta facendo. Visto che meritatamente lavora tanto. Dai su, ma basta!”.
E infine: Carla Gozzi. Che per anni ha condotto un programma con Enzo Miccio in cui giudicavano lo stile delle concorrenti, ovviamente senza preoccuparsi di edulcorare i toni, del resto si chiamava “Ma come ti vesti?”: era un format così, come Carlo Cracco che a Masterchef urlava contro gli aspiranti chef. Gozzi ha aperto un canale Tik Tok per i suoi consigli di stile, il tono è sempre un po’ sopra le righe anche se la frase “il tipo di fisicità” è sempre detta con il sottotesto “non è body shaming”. Un paio di settimane fa ha pubblicato un minivideo in cui dice: “Estate 2022: solo da modelle. Va solo una cosa quest’anno, sapete cosa? Il micro top con la panza de fora”, e sventola una canottierina corta, aggiungendo: “Sapete a chi sta bene? Solo a lei”, ovvero a un manichino taglia 36. Decine, decine, di video di risposta di ragazze in crop top con fierissime pance abbondanti, sdegno e ignominia per Carla Gozzi. L’ipotesi che fosse ironica – e se mostri un manichino forse forse lo sei – neanche presa in considerazione.