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Roma. Le mascherine all’aperto si vedranno ancora in tutta Italia, le discoteche rimarranno chiuse un altro po’, ma sulla scuola si cambia. E così pure sui colori che dividono l’Italia in fasce di rischio, sui ricoveri “con” o “per” Covid e sulla durata del Green Pass per chi ha il booster. Due provvedimenti nel giro di una settimana, dopo la pausa forzata dell’elezione al Colle, serviranno a prorogare le misure anti-Covid in scadenza e a rimettere mano al resto con l’obiettivo di semplificare le regole e avviare il processo che, accompagnato dalla prevista discesa della curva dei contagi, porterà alla convivenza con il virus con regole meno rigide. Già alle 15, i ministri si siederanno attorno al tavolo del Cdm convocato da Draghi per le prime decisioni.
Le mascherine
Certa è la proroga dell’obbligo di mascherina all’aperto anche in zona bianca. Una misura che al momento interessa tre Regioni: Umbria, Molise, Basilicata. Dalla zona gialla in su, infatti, l’obbligo è sempre previsto. La norma è in scadenza proprio oggi, l’indicazione è di allungarla almeno per un altro mese.
Le discoteche
Stesso discorso vale per le discoteche e le sale da ballo che resteranno ancora ferme. Il ministro della Salute Roberto Speranza e il Comitato tecnico scientifico tengono il freno tirato: la linea è quella della cautela assoluta con lo stop fino a fine febbraio o fino al termine dello stato di emergenza fissato al 31 marzo. Esponenti della Lega premono per una riapertura anticipata, al 15 febbraio. I gestori chiedono una data certa per programmare la stagione primavera-estate e un ulteriore anticipo: “Fateci aprire almeno per San Valentino, sarebbe un bel segnale”, recita la nota del presidente del sindacato dei locali da ballo dell’Emilia Romagna, Gianni Indino.
Dad e quarantena a scuola
Tra le misure più attese ci sono quelle che riguardano la scuola. Dopo le modifiche già introdotte con il decreto Sostegni – chi ha il Pass rafforzato da vaccino o guarigione rientra dall’autosorveglianza senza tampone – il governo metterà mano nelle prossime ore alla babele di regole che ha creato difficoltà e proteste tra i genitori e tra i presidi. Ci saranno dunque meno tamponi, meno certificati e meno Dad. Fonti del ministero dell’Istruzione fanno sapere che sarà alzata la soglia per lo stop alle lezioni in presenza. Non per l’infanzia dove già con un caso saranno sospese le attività, ma alle elementari invece con uno o due casi si resterà in classe, mentre con 3 si finirà in Dad, uniformando così la regola a quella delle medie e delle superiori. Per tutti i vaccinati o i guariti da 0 a 18 anni, però, la didattica a distanza verrà accorciata da 10 a 5 giorni. Se durante l’assenza dovessero subentrare raffreddore, febbre o tosse, ci vorrà un test antigenico o molecolare di controllo prima di essere riammessi a scuola, ma non più il certificato medico che resterà valido solo per il rientro dei positivi. Non solo. Il sistema delle quarantene scolastiche per i contatti stretti di un positivo dovrebbe essere equiparato a quello in vigore per gli altri cittadini; niente isolamento ma solo autosorveglianza per i vaccinati o i guariti da meno di 120 giorni e per chi ha il booster; 5 giorni per chi è vaccinato con seconda dose o guarito da più di 120 giorni; 10 giorni per i non vaccinati.
I ricoveri
Un altro fronte sul quale non dovrebbero esserci più contrasti è la richiesta delle Regioni di distinguere tra i ricoverati “per” Covid e quelli “con” Covid, ovvero quei pazienti asintomatici che entrano in ospedale per altre patologie e si scoprono positivi. Sarà più difficile così scavallare da una soglia di rischio all’altra ma nel bollettino continueranno a essere segnati tutti i casi di Covid e nella pratica cambia poco perché gli ospedali dovranno comunque prevedere l’isolamento nei reparti.
Cambiano le regole sui colori delle Regioni
Nel documento al governo, le Regioni sottolineavano anche la necessità di “superare le zone di rischio concentrando l’attenzione sui cittadini, in relazione al completamento del ciclo vaccinale”. Via dunque il sistema delle fasce. L’esecutivo vorrebbe mantenere in piedi il sistema dei colori per l’analisi epidemiologica e per la zona rossa. Restano da decidere le attività da chiudere nella fascia a più alto rischio e se e quali limitazioni debbano valere per tutti, compreso chi ha fatto il booster. La discussione potrebbe essere rimandata alla Conferenza Stato-Regioni convocata per mercoledì.
Il Green Pass da terza dose
Attesa anche la decisione sulla durata del Green Pass per chi riceve la terza dose: mancando l’autorizzazione dell’Aifa al quarto richiamo, l’escamotage è di renderla per ora illimitato. Per chi ha fatto solo la seconda dose, da domani la validità scende da 9 a 6 mesi.