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La tragedia di Modena, Samantha uccisa dalle iniezioni al seno. Il marito: “La finta estetista trovata sul web”

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MODENA – È morta tra le braccia dell’uomo che aveva sposato lo scorso mese. E, mentre si spegneva lentamente, con le siringhe ancora piantate sotto il seno, la sedicente estetista che le aveva chiesto 1.200 euro per un ritocco estetico, era già scappata. “Ho provato a dirle di non fare quel trattamento, ma lei era felice e mi ripeteva di stare tranquillo”. Non si dà pace il marito di Samantha Migliore, la 35enne, madre di 5 figli, deceduta giovedì a Maranello durante un intervento estetico fatto in casa. 

Lei e Antonio Bevilacqua si erano sposati dopo un’esistenza complicata. Samantha, da vittima di violenze e di un tentato femminicidio, intravedeva finalmente un futuro sereno. Un sogno che si è infranto quando ha incrociato Pamela Andress, nome d’arte di una presunta estetista contattata sul web, che le aveva promesso di cancellare i segni delle gravidanze nel giro di qualche seduta. Appena l’ha vista star male, Andress è invece scappata via per presentarsi 24 ore dopo ai carabinieri di Cento, nel Ferrarese, con i suoi avvocati. “Era una cosa che voleva fare a tutti i costi – racconta il marito – Io non ero convinto ma vedendola felice non sono riuscito a oppormi”. L’autopsia stabilirà se è morta per uno shock anafilattico o per altro. Sta di fatto che quel tipo di trattamenti non possono essere fatti da un’estetista e in ambiente domestico. 

Le due avevano appuntamento all’ora di pranzo. Sono andate in camera da letto e Pamela Andress ha tirato fuori grosse siringhe e vaschette di alluminio, del tipo che si usa per conservare gli alimenti, per metterci dentro qualcosa che il marito della vittima definisce “silicone“. A quel punto, il dubbio: “Amore, ma sei convinta, a me questa storia non piace”. E lei lo ha rassicurato: “Sto bene, stai tranquillo”. Pochi minuti dopo, dalla camera giunge però un grido: “Vieni, mi sento male”. La corsa, l’immagine di lei con le siringhe attaccate al corpo e l’estetista che lo invita a prendere acqua e zucchero perché, diceva, “è solo un calo di pressione dovuto al fatto che non ha mangiato”.

Samantha ha perso conoscenza subito, senza neppure riuscire a bere qualche sorso. “Provavo a rianimarla – spiega in lacrime il marito – e quando mi sono girato verso l’estetista non c’era più, aveva raccolto le sue cose ed era scappata”. La richiesta di aiuto e la corsa all’ospedale di Baggiovara. Tutto inutile. “In pochi minuti è morta tra le mie braccia”.

Alla scena hanno assistito anche i figli della donna, avuti da due precedenti relazioni, entrambe drammatiche. A novembre 2020, il padre di tre dei suoi ragazzi, dal quale si era da poco separata, dopo essersi presentato a casa con dei fiori per far pace, le aveva sparato un colpo di pistola alla testa. Samantha era sopravvissuta per miracolo, dopo che le avevano estratto il proiettile conficcato nel cranio. Lunedì scorso il suo ex è stato condannato in appello a 7 anni e 4 mesi, ma lei non lo aveva ancora saputo.

Antonio Bevilacqua l’aveva conosciuto sui social otto mesi fa. Erano entrambi di origini campane e lui aveva lasciato il suo lavoro in Germania per raggiungerla a Maranello e sposarla. Tony, come lo chiamava Samantha, racconta in lacrime: “Dovevamo far crescere i ragazzi in una famiglia allargata e bella, lavoravamo assieme in una cooperativa che si occupa di pulizie e avevamo trovato anche una casa più grande. Avremmo voluto anche un figlio nostro, eravamo felici. Non mi interessa la giustizia, tanto lei non me la ridarà più nessuno. Ora devo concentrarmi sui ragazzi, sono loro la mia vita”. 

Pamela Andress, in realtà, fino a poco fa organizzava concorsi di bellezza, sfilate e feste. Ufficialmente, dicono i legali Francesco Andriulli e Guido Guida, “è una stilista e organizzatrice di eventi”. Dai carabinieri si è presentata dopo “aver saputo della morte di Samantha”. È stata interrogata a lungo e rimandata a casa, a Napoli, dove vive. Dai primi accertamenti, non c’è traccia della professione di estetista. È stata denunciata, per sapere l’ipotesi di reato che le viene contestata ci vorrà ancora del tempo.

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