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Il 5 agosto 1964 Lyndon Johnson sottopose la “risoluzione del golfo del Tonchino” al Congresso, che la approvò due giorni dopo (con soli due voti contrari in Senato). Il testo autorizzava il presidente a “prendere tutte le misure necessarie, incluso l’impiego delle forze armate, per assistere ogni stato membro del Trattato di difesa collettiva dell’Asia sudorientale che richieda aiuto in difesa della sua sovranità”. Con quello strumento, la Casa Bianca poté aumentare enormemente il coinvolgimento militare americano in Vietnam.
Dieci anni più tardi lo scandalo Watergate entrava nel vivo. La Corte suprema aveva da poco ordinato a Nixon di consegnare i famosi nastri dello Studio Ovale. Il 5 agosto 1974 la Casa Bianca rese pubblica una registrazione fino ad allora sconosciuta, datata 23 giugno 1972 (cioè pochi giorni dopo l’effrazione al Comitato nazionale democratico). Il nastro – noto come “la pistola fumante” – provava che sin dall’inizio era stato il presidente a tentare di insabbiare l’indagine federale sul caso. Per Nixon l’impeachment era ormai inevitabile: annunciò le sue dimissioni tre giorni più tardi.