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di Alessandra Sessa
Sono belle da vedere, si raggiungono con sentieri per tutte le gambe, e si trovano in contesti naturalistici di grande fascino. Le opere di Land Art (movimento nato negli Usa a fine anni ’60) sono una forma d’espressione artistica open air che fonde installazioni di grandi dimensioni con l’ambiente circostante. E quelle poste in quota, tra vette e boschi alpini o appenninici, rappresentano anche uno stimolo per fare movimento. Una combinazione che piace sempre di più, almeno a giudicare dai tanti progetti moltiplicatisi negli anni sul modello di Arte Sella, il primo parco d’arte italiano nel bosco della Valsugana ideato nel 1986.
Ecco quattro percorsi, fra quelli meno noti, che potrai ammirare in montagna a passo di trekking.
RespirArt
Val di Femme, Pampeago (TN)
Lo scenario è quello della Val di Fiemme, al cospetto del gruppo del Latemar, Dolomiti Patrimonio Unesco. Qui, a quota 2.000 metri, le opere d’arte non solo respirano, ma suonano. Siamo a Pampeago, dove si trova RespirArt (respirart.com), un progetto nato nel 2011 per volere degli artisti Marco Nones e Beatrice Calamari.
Ad oggi conta oltre 30 opere realizzate da artisti internazionali con l’intento di essere modificate e arricchite dagli agenti atmosferici. In pratica, la filosofia del progetto è: l’uomo crea e la natura completa.
Per ammirarle con tutti i loro mutamenti, si fa un trekking ad anello di 3 km che sale a 2.200 metri.Tra le ultime opere c’è Conifera, una scultura conica realizzata con il legno “cesellato” dal bostrico, il parassita che ha distrutto molti alberi della valle. Questa è anche una delle sculture che risuonano: basta noleggiare le cuffie alla biglietteria della seggiovia per connettersi all’installazione, con suoni creati ad hoc dal collettivo artistico Miscele d’Aria Factory. E in pieno spirito creativo, ognuno può contribuire alla biodiversità richiedendo all’impianto un cono di semi di fiorume (ricavati dal fieno) da spargere lungo il tragitto in seggiovia, o meglio in “seminovia”.
Dove dormire. Alla Roccia Wellness Hotel di Cavalese ci si rilassa nella Wellness Spa Experience firmata Starpool con percorsi sensoriali personalizzati (larocciacavalese.com).
Monterosa Byobu
Oasi Zegna (BI)
Chi ricorda il visitatissimo padiglione del Giappone a Expo Milano 2015 troverà qualcosa di familiare tra i pascoli dell’Oasi Zegna (oasizegna.com). Siamo nel biellese, dove negli anni Trenta l’illuminato imprenditore tessile Ermenegildo Zegna volle creare una strada panoramica e un’oasi verde per il benessere dei suoi lavoratori. Proprio qui, sui pendii del Monte Massaro, a giugno è stata inaugurata l’opera Monterosa del padiglione nipponico, Atsushi Kitagawara, in collaborazione con Galloppini Legnami e con il Politecnico di Milano. Pensata come una panchina in rovere e larice da cui contemplare lo spettacolo del Monte Rosa e della Val Sessera, è ispirata ai paraventi giapponesi (i byobu).
In pieno spirito scintoista, che ricerca l’armonia con gli elementi naturali, l’opera è realizzata con moduli a incastro senza fissaggi metallici. L’inclinazione dello schienale la rende particolarmente comoda per il relax tra una passeggiata e l’altra. E il gioco di pieni e vuoti della struttura rimanda anche alla trama di un tessuto: dettaglio che richiama il dna del paesaggio “produttivo” biellese. Per raggiungere l’opera si prende il sentiero che da Bocchetto Sessera, a 1372 metri, arriva all’Alpe Moncerchio in uno scenario naturale che già predispone al benessere. Lo stesso richiamato dalla frase del filosofo Lao Tse incisa sopra: “sii calmo come una montagna e scorri come uno splendido fiume”.
Dove dormire. Ai margini del bosco si trova la Locanda Bocchetto Sessera dove gustare robusti piatti di montagna con polenta concia e dormire con vista (bocchettosessera.it).
Arte Pollino
Latronico (PZ)
C’è la giostra RB Ride di Carsten Höller che gira lentamente (un giro può durare addirittura 15 minuti) per godere della natura sul belvedere di San Severo Lucano a quota 1.125 m. C’è l’Earth Cinema scavato nella terra di Latronico dall’artista Anish Kapoor, dove poter entrare per “guardare” come in uno schermo le ombre della natura circostante mossa dal vento. E c’è il Teatro Vegetale di Giuseppe Penone, una sorta di luogo di raccoglimento presso la Fiumara del Sarmento, che vuole mettere al centro della scena la natura (nella foto sopra, di Gaetano Lofrano Artepollino).
Tutte queste installazioni hanno in comune il territorio montano del Parco nazionale del Pollino, diventato protagonista di un progetto di valorizzazione ambientale e coinvolgimento della cittadinanza, attraverso il linguaggio dell’arte. A volerlo è stata l’associazione ArtePollino (artepollino.it), che dal 2008 ha portato artisti internazionali tra boschi, sentieri e rilievi per favorire la crescita culturale del territorio. E a beneficiarne sono tutti coloro che visitano l’area naturalistica ai piedi del Massiccio del Pollino con le faggete, le grotte carsiche e i pini loricati. Ogni opera d’arte si raggiunge con gli itinerari proposti dall’associazione e dal parco.
Dove dormire. Di fronte allo stabilimento termale si trova l’Hotel Terme di Latronico, in contrada Calda, dal nome delle sorgenti benefiche che sgorgano in diversi punti del paese (htlterme.it).
Via Artis
Plan de Corones (BZ)
Amata dagli sciatori in inverno e dagli escursionisti in estate, l’area dolomitica Plan de Corones è uno dei must dell’offerta turistica dell’Alto Adige. Una vista a 360 gradi sui Monti Pallidi, abbracciati dalle riserve naturali di Fanes-Senes-Braies, Puez-Odle e Vedrette di Ries-Aurina. Un intreccio di sentieri e piste ciclabili, tra boschi e pascoli, che da quest’anno avrà un percorso in più costellato da installazioni e sculture.
La Via Artis, infatti, si snoda attorno alla vetta Concordia, a quota 2.275 metri, lungo un anello di 6 km. Passo dopo passo, si ammirano sei grandi opere realizzate da artisti locali con il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia. Inoltre, si possono scoprire curiosità sulla storia della zona grazie a dei pannelli narranti. Sono dedicati alla costruzione della strada militare negli anni ’50, agli alpeggi e all’impatto del cambiamento climatico sull’ecosistema.
Dove dormire. A San Vigilio di Marebbe il biohotel Aqua Bad Cortina offre una spa con una vasca di acqua termale, realizzata con la benefica pietra quarzite argentea (aquabadcortina.it).
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