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L’annuncio a sorpresa del Papa: “Il sinodo mondiale dei vescovi si allunga fino al 2024”

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ROMA – Si allunga di un anno il sinodo globale sulla sinodalità in corso: la grande convocazione delle Chiese cattoliche di tutto il mondo, partito con una consultazione di base dai risultati a macchia di leopardo, doveva infatti culminare con una grande assemblea a ottobre del 2023, ma Papa Francesco, a sorpresa, ha annunciato che vi sarà una ulteriore sessione a ottobre del 2024. Una decisione apparentemente tecnica ma gravida di implicazioni per la vita della Chiesa. 

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28 Settembre 2022

La preoccupazione del Papa di sostenere la partecipazione che ha prodotto il sinodo

«I frutti del processo sinodale avviato sono molti, ma perché giungano a piena maturazione è necessario non avere fretta», ha detto Jorge Mario Bergoglio al termine dell’Angelus domenicale. «Pertanto, allo scopo di disporre di un tempo di discernimento più disteso, ho stabilito che questa Assemblea sinodale si svolgerà in due sessioni. La prima dal 4 al 29 ottobre 2023 e la seconda nell’ottobre del 2024. Confido – ha concluso Francesco – che questa decisione possa favorire la comprensione della sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa, e aiutare tutti a viverla in un cammino di fratelli e sorelle che testimoniano la gioia del Vangelo». 

Traspare, dalle parole del Papa, una triplice premura: non interrompere anzitempo un processo innovativo che ha suscitato entusiasmo e speranze in una parte della Chiesa ma ha altresì incontrato resistenze e scetticismo (i frutti, dunque, devono giungere «a piena maturazione»); radicare questo stile più partecipativo («favorire la comprensione della sinodalità»); e, infine, metabolizzare le polarizzazioni emerse all’interno della Chiesa, ossia il «tifo» tra, come ha detto solo pochi giorni lo stesso Pontefice argentino, gruppi contrapposti, «destra» e «sinistra», «custodi della verità» e «solisti della novità», «progressismo che si accoda al mondo» e «tradizionalismo o indietrismo che rimpiange il passato». 

Papa Francesco a Matera: “All’Italia servono più figli”

di Iacopo Scaramuzzi

25 Settembre 2022

E’ stato lo stesso Francesco a innescare queste dinamiche, rivitalizzando, fin dall’inizio del pontificato, lo strumento del Sinodo. Creato da Paolo VI subito dopo il Concilio Vaticano II per coinvolgere l’intero «popolo di Dio» nella vita della Chiesa, esso è stato depotenziato, nel corso degli anni, e ridotto a una sorta di convegno sui grandi temi del cattolicesimo. Papa Francesco ha voluto per la prima volta che fossero pubblicati sia il documento finale che le votazioni, paragrafo per paragrafo, ha riformato lo statuto del sinodo, disseminando le nuove norme di clausole che possono rendere le sue deliberazioni vincolanti, ha voluto promuovere una «consultazione del popolo di Dio» con questionari diffusi in tutte le diocesi del mondo e, fin dal primo doppio sinodo sulla famiglia (2014-2015) ha voluto mettere al centro temi controversi come la sessualità umana, le coppie di fatto, la comunione ai divorziati risposati. 

A partire dal 2021, infine, ha lanciato un grande sinodo globale (la XVI assemblea generale ordinaria) intitolato «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione». Non, dunque, un tema specifico, ma la stessa sinodalità. La grande consultazione iniziale, che ha avuto risultati molto differenziati da paese a paese, sia in termini di partecipazione che nel merito delle risposte, si è conclusa con l’invio a Roma di 112 rapporti su 114 conferenze episcopali. Rielaborati a cavallo tra settembre e ottobre da un gruppo di esperti riuniti a Frascati, essi sono la base del documento di lavoro che verrà pubblicato prossimamente e costituirà da base per il prosieguo delle discussioni.  

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di Iacopo Scaramuzzi

11 Ottobre 2022

La necessità di coinvolgere i laici

La ricognizione di base, tuttavia, ha fatto emergere sia una diffusa richiesta di maggior coinvolgimento, in particolare da parte dei laici, sia la difficoltà, in alcuni ambienti, ad accettare lo stile sinodale, e sia, infine, la ricorrenza di alcuni temi, in realtà non previsti inizialmente, dalla lotta agli abusi sessuali alla discriminazione nei confronti delle donne, dalla morale sessuale alla pluralità dei ministeri. Una effervescenza che indica l’avvio di un dibattito che merita, per il Papa, maggiore approfondimento e apre scenari ampi: non a caso nei giorni scorsi, in occasione dell’anniversario dell’avvio del Concilio Vaticano II (1962-1965), l’Osservatore Romano ha pubblicato la riflessione di don Francesco Cosentino, teologo ascoltato in Vaticano, intitolata: «Un Concilio Vaticano III? Una domanda aperta». 

Ora l’annuncio del Papa, che nei giorni scorsi ha ricevuto in Vaticano sia il gruppo di esperti «frascatani» sia i vertici della segreteria del Sinodo, guidati dal cardinale maltese Mario Grech, dà seguito a queste istanze. La sua decisione, ha commentato la stessa Segreteria sinodale in una nota, «scaturisce dal desiderio che il tema della Chiesa sinodale, per la sua ampiezza e importanza, possa essere oggetto di un discernimento prolungato non solo da parte dei membri dell’Assemblea sinodale, ma di tutta la Chiesa». La data del 2024 permette di approfondire questo «discernimento», ampliarlo, radicarlo. E allunga la prospettiva delle questioni poste da Papa Francesco, a cui dovrà risponderà egli stesso o – come nel caso del Concilio Vaticano II, quando Paolo VI ereditò il grande cantiere aperto da Giovanni XXIII – un successore. 

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