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C’erano anche loro, ieri sera, alla festa di Avs a Roma. Dal palco, i rappresentanti dell’associazione ‘Italiani senza cittadinanza’, hanno avanzato la loro richiesta – già anticipata dal segretario di +Europa, Riccardo Magi – ai leader dell’opposizione, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli: sostenere la raccolta delle firme per il referendum abrogativo dell’attuale legge sulla cittadinanza.
Il gruppo di attivisti per una riforma della legge ha interrotto il dibattito tra i leader del campo largo organizzato in occasione della prima festa nazionale di Alleanza verdi e sinistra a Roma. Quando Elly Schlein ha preso la parola, due manifestanti si sono avvicinati sotto al palco mostrando una maglia con stampata una scritta in appoggio al referendum appena lanciato da diverse associazioni. Sono stati così invitati a salire sul palco e Annalisa Ramòn ha potuto lanciare un appello a tutti i partiti presenti – Pd, Avs, Movimento 5 Stelle e +Europa – affinché possano supportare il referendum, promosso da diverse organizzazioni della società civile e partit, oltre ai i partiti +Europa, Possibile, Partito socialista italiano, Radicali italiani, Rifondazione comunista.
“Italiani dopo 5 anni con residenza e reddito”. La sfida del referendum
di Giovanna Casadio
Anche le associazioni Italiani senza cittadinanza, CoNNGI, Idem Network, DallaParteGiustadellaStoria, hanno rivolto il loro appello a tutte quelle persone, reti, associazioni, e partiti politici che “credono che non si possa più aspettare per cambiare la legge sulla cittadinanza. La legge attuale, scritta nel 1992, è stata pensata per un’Italia cambiata, oggi cresciuta. Perché nel frattempo, il nostro Paese si è arricchito di persone, famiglie e storie che hanno reso l’idea di Italia ancora più eccezionale. Siamo italiane e italiani, ancora oggi, privi di un diritto che spetta anche a noi: quello di vederci riconosciuta la cittadinanza italiana – si legge nel comunicato-appello – L’Italia è casa nostra e nessuno può additarci di esser ospiti abusivi. Noi siamo le figlie e i figli di una storia iniziata anni fa, ma che oggi non può continuare a ignorare la nostra presenza”.
Il quesito referendario propone di ridurre da 10 a 5 gli anni di legale e continuativa permanenza in Italia per poter chiedere la cittadinanza per se stessi e per i propri figli minorenni, allineandosi con quanto già avviene nei grandi paesi europei e come avveniva in Italia prima del 1992. “Questo cambiamento non solo ridurrebbe i tempi d’attesa per chi vive, studia e lavora legalmente in Italia, ma permetterebbe loro di essere finalmente riconosciuti come cittadine e cittadini italiani a tutti gli effetti”, si legge ancora.
Da qui l’appello delle associazioni di nuovi italiani alla società civile e al mondo politico a firmare il referendum. “Con la vostra firma potete dire Sì all’Italia che riconosce tutti i suoi figli e tutte le sue figlie. Entro il 30 settembre, dobbiamo raccogliere 500.000 firme online per indire il #ReferendumCittadinanza. Vi chiediamo di sostenere con convinzione e senza titubanze questa raccolta firme su www.referendumcittadinanza.it”.
Per ulteriori approfondimenti attivati.referendumcittadinanza.it