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Lavorare a maglia e all’uncinetto: i benefici per la salute

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Ritrovare la serenità con un gomitolo: la scienza dice che è possibile. Diversi studi scientifici dimostrano che le attività manuali come lavorare a maglia o all’uncinetto sono alleate del nostro benessere e giovano addirittura alla salute mentale.

«Nel 2021, un team di neurologi, neurofisiologi e psicologi della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano ha registrato l’attività magnetica ed elettrica della corteccia cerebrale di quaranta volontarie e volontari, tutti di età compresa tra i 27 e i 63 anni, prima e dopo una sessione di lavoro a maglia di venti minuti», racconta la dottoressa Anna Scelzo, psicologa e psicoterapeuta a Chiavari, Genova.

«È emerso che sferruzzare riduce i livelli di ansia in maniera simile alla meditazione, anche in chi deve ingannare il tempo in attesa di sottoporsi a cure mediche o esami clinici».

Cosa accade nel cervello

La spiegazione è chimica, perché un’altra ricerca – stavolta condotta dall’Università di Princeton – ha mostrato che i movimenti ripetitivi del lavoro a maglia aumentano il rilascio di serotonina, il noto ormone della felicità, mentre abbassano i livelli di sostanze come epinefrina e norepinefrina che vengono prodotte dal nostro cervello in condizioni di stress.

«La conseguenza è un miglioramento del tono dell’umore, dell’attenzione, della concentrazione e della creatività, a cui si accompagna una lunga serie di benefici a livello fisico, come la riduzione della pressione sanguigna e la distrazione dal dolore cronico», sottolinea l’esperta.

«C’è persino chi paragona i movimenti degli occhi che seguono il lavoro del filo sui ferri, da destra a sinistra e viceversa, ai movimenti oculari che si manifestano durante la tecnica di psicoterapia EMDR, Eye Movement Desensitization and Reprocessing. In quel caso, chiedendo al paziente di seguire visivamente le sue dita, il terapeuta induce la persona a muovere gli occhi in un determinato modo per attivare la stimolazione bilaterale, cioè lo scambio di informazioni tra l’emisfero destro e l’emisfero sinistro del cervello. Questo consente di lavorare sull’inconscio e di rielaborare situazioni traumatiche».


Lavorare a maglia e all’uncinetto: tanti i benefici

Tutte queste evidenze promuovono il lavoro a maglia e all’uncinetto a pieno promotore del benessere, al punto che nel 2024 alcuni ricercatori svedesi ne hanno esplorato le potenzialità come occupazione ricreativa per le persone affette da malattie mentali. I risultati hanno mostrato che il lavoro a maglia viene percepito dai pazienti come “una via verso la salute”, ovvero un modo per sentirsi meglio; “un modo per rallentare”, perché aiuta a concentrarsi e a fermare i pensieri intrusivi; “un modo per essere occupati”, che influisce sull’equilibrio della vita quotidiana e contribuisce a crearsi un’identità occupazionale.

E c’è addirittura chi ipotizza un effetto terapeutico per limitare la perdita di memoria dovuta alla demenza senile. «Maglia e uncinetto diminuiscono il declino cognitivo, come tutte le attività che impegnano il cervello attraverso un’attenzione focalizzata», commenta la dottoressa Scelzo.

C’è un progetto solidale

A tal proposito, un progetto solidale dell’associazione Gomitolorosa coinvolge sia le persone in fase iniziale di demenza (per aiutarle a mantenere coordinazione motoria, gestualità e manualità fine) sia i loro caregiver (perché il lavoro a maglia porta giovamento a chi assiste in casa il genitore o il coniuge per tantissime ore al giorno): l’obiettivo è realizzare delle maniche colorate, ai ferri o all’uncinetto, da arricchire con decorazioni, sempre in lana, come farfalle, fiori o elementi geometrici.

«Questi manicotti sensoriali vengono poi distribuiti nei centri Alzheimer italiani, perché si è visto che possono dare conforto ai malati», assicura Scelzo. «Pare infatti che, nei momenti di ansia e agitazione, indossare una manica sensoriale possa rappresentare un’alternativa alla somministrazione di un sedativo, visto che la diversa consistenza delle varie parti e i differenti colori stimolano, incuriosiscono e distraggono la persona, calmandola».

Ma i benefici si estendono anche ai pazienti di altre patologie. Gomitolorosa è nata nel giugno 2012 da un’idea del dottor Alberto Costa, riconosciuto a livello internazionale per il suo contributo all’avanzamento della cura dei tumori al seno, e si è costituita in associazione no profit nel 2014 con l’obiettivo di promuovere il lavoro a maglia negli ospedali come strumento per ridurre l’ansia nelle pazienti, soprattutto oncologiche, che risultano più concentrate durante il colloquio con i medici, quando è necessario fare scelte importanti che incidono sulla propria salute.

Lavorare a maglia e all’uncinetto: un suono che rilassa

Come se non bastasse, sembra benefico anche il suono dei ferri che lavorano per dare vita a sciarpe, maglioni o cappellini: secondo uno studio dell’Università di Harvard, il loro tintinnio – che si unisce al movimento ripetitivo dell’intrecciare i punti – agisce come un mantra calmante e svolge un effetto simile a meditazione o preghiera, permettendo il libero fluire dei pensieri.

«Guai a considerarla un’attività esclusivamente femminile», tiene a precisare la dottoressa Scelzo. «Basti pensare al tuffatore britannico Tom Daley, cinque podi olimpici e otto mondiali, che aveva suscitato scalpore sui social media quando le telecamere lo ripresero con i ferri da maglia sugli spalti delle Olimpiadi di Tokyo».

In un’intervista, Daley aveva commentato: “Se anni fa qualcuno mi avesse detto che sarei stato più famoso per il lavoro a maglia che per i tuffi, probabilmente avrei riso, ma oggi non riesco a immaginare la mia vita senza lavorare a maglia”. «Sempre più uomini si stanno avvicinando alla maglia, forse perché la considerano un’attività in contrasto con i tempi moderni, sempre più frettolosi», ammette la psicologa.

Una sferzata di autostima

Sferruzzare infine rafforza l’autostima, perché implica un obiettivo e il suo raggiungimento, ma allena anche la perseveranza, perché non sempre le cose riescono bene al primo tentativo e dunque bisogna essere tenaci, tornare indietro e rimediare agli errori.

«In qualche modo, lavorare a maglia e all’uncinetto rappresenta un allenamento alla vita e alla sua inevitabile altalena di alti e bassi», riflette la dottoressa Scelzo. «Se poi riuscissimo ad apprendere questa meravigliosa arte da mamme o nonne, si aggiungerebbe un’eredità morale dal valore sorprendente, da tramandare a nostra volta alle future generazioni. Pensiamo al significato di un regalo fatto con le nostre mani, anziché acquistato attraverso i normali canali di vendita: quel dono varrebbe il doppio, perché carico di emotività e di amore esclusivo».

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