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Lavrov, bufera politica per l’intervista a Rete 4: “Cassa di risonanza alla propaganda russa, informazione distorta”

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“Informazione televisiva distorta”, “Rete4 cassa di risonanza alla propaganda russa”, “non uno scoop ma un regalo”. La politica italiana risponde così all’intervista del ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, andata in onda ieri sera a Zona Bianca su Mediaset, sul conflitto in Ucraina, sulle forniture di gas e sulla reazione dell’Occidente. “L’Italia è in prima fila tra coloro che adottano e promuovono le sanzioni anti-russe. Per noi è stata una sorpresa. Eravamo abituati all’idea che l’Italia, grazie alla sua storia, sapesse distinguere il bianco dal nero”, dice Lavrov aggiungendo anche che “alcune dichiarazioni di politici e media italiani sono andate oltre le buone norme diplomatiche e giornalistiche”.

Il giorno dopo il colloquio su Rete4 si scatenano le reazioni. Contro l’intervista di Giuseppe Brindisi si scaglia il centrosinistra, con in testa il Partito democratico. “Un’onta per l’Italia”, dice il segretario dem Enrico Letta. Il M5S per il momento resta in silenzio. Per il centrodestra interviene la Lega che si rivolge direttamente ai dem e alle loro critiche a Mediaset: “Un conto è criticare, duramente e giustamente, le dichiarazioni di un ministro straniero come Lavrov. Altro conto è invece attaccare una grande e libera televisione nazionale, e con lei migliaia di giornalisti e professionisti. La censura non ci piace e va combattuta all’estero, men che meno è auspicabile e augurabile in Italia”, riferiscono fonti del Carroccio. E dentro Forza Italia, partito di Silvio Berlusconi fondatore di Mediaset, c’è anche chi si complimenta per il “formidabile colpo” giornalistico messo a segno.

Le critiche del Pd

Il segretario del Pd, Enrico Letta, attacca la trasmissione: “‘Buon lavoro, ministro Lavrov’. L’abisso. Ma quel che è più grave è che la vicenda dello spot da propaganda di guerra antiucraina stia passando, con solo pochi scossoni – denuncia su Twitter – Siamo così pochi a pensare che non sia possibile, né accettabile? E che sia un’onta per l’Italia intera?”, aggiunge il segretario Pd che chiude con l’hashtag #Retequattro.

Il senatore del Pd Andrea Marcucci definisce la presenza del ministro degli Esteri russo alla trasmissione di Rete 4 un “soliloquio” che “conferma che c’è qualcosa di molto distorto nell’informazione televisiva italiana ucraina”, riporta il suo tweet. Su Twitter interviene anche Lia Quartapelle, deputata dem: “Quello di Rete4 con Lavrov non è lo scoop della prima rete tv europea a ospitare il ministro degli Esteri russo. È un regalo: è solo così che si può definire una ‘intervista’ che si conclude con ‘Buon lavoro ministro Lavrov’. La libertà di stampa è una gran bella cosa. Ma nel nome della libertà di stampa non si può regalare uno spazio in tv senza contraddittorio a chi fa il portavoce di un regime che chiude i giornali di opposizione e uccide i giornalisti scomodi”, aggiunge in un secondo tweet la responsabile Esteri del Pd.

Per l’eurodeputata del Partito democratico Alessandra Moretti “l’offesa alla memoria della Shoah è imperdonabile. Uno dei primi atti dei russi è stato quello di bombardare il Memoriale ebraico vicino a Kiev dove sono sepolti quasi 34.000 ebrei uccisi dai nazisti. Ieri la memoria è stata offesa con parole intollerabili di cui chiediamo le scuse”, commenta su Facebook così le parole di Lavrov che ha paragonato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ad Adolf Hitler, sostenendo che anche il Fuhrer fosse ebreo. Affermazioni che hanno fatto reagire immediatamente la comunità ebraica che le ha definite “deliranti e pericolose” ma “la cosa più grave – osserva la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello – è inoltre che siano avvenute in una televisione italiana, senza contraddittorio, e senza che neanche l’intervistatore opponesse la verità storica alle menzogne che erano state pronunciate. Questo non è accettabile e non può passare sotto silenzio”. Per l’Anpi “le dichiarazioni del ministro Lavrov in merito alle origini ebraiche di Zelensky ed alle presunte stesse origini di Hitler – aggiungendo persino che  ‘i maggiori antisemiti sono gli ebrei – sono provocatorie, sbagliate e intollerabili. È imperdonabile l’uso strumentale della Shoah in merito all’invasione russa dell’Ucraina. Per di più queste parole aumentano ulteriormente la già altissima tensione internazionale”.

Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, sottolinea: “Da Lavrov un inaccettabile monologo negazionista della Shoah e dell’immane sofferenza del popolo ebraico. L’uso del peggior repertorio antisemita da parte del ministro russo non può non destare allarme né essere minimizzato, il tutto su Rete 4 e senza alcun contraddittorio. Pessima pagina”. E Simona Malpezzi, capogruppo dem al Senato, aggiunge: “Il palcoscenico dato a Lavrov senza alcun contraddittorio è inaccettabile. Sono state pronunciate parole gravi frutto della peggiore disinformazione. Si tratta di un fatto che ci riguarda tutti: il ruolo dei programmi Tv è quello di informare e non di fare pericolosa propaganda”. Per la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno “antisemitismo, falsificazioni storiche, una sequela infinita di fake news, attacchi e intimidazioni alle libere scelte del nostro Paese, violenza verbale e minacce contro le nostre istituzioni liberali: il corollario della prestazione del ministro Lavrov su Rete 4 abbraccia una vastità di gravissime provocazioni avallate dalla rete e dai giornalisti che hanno condotto la presunta intervista, costruita come un monologo propagandistico. Mi chiedo – continua Picierno – come possa una emittente italiana dare spazio alla vergognosa campagna antisemita del governo russo e spacciare tutto questo come contenuto informativo”. Il deputato dem Filippo Sensi chiede la convocazione alla Farnesina dell’ambasciatore russo.

L’intervento dell’Ue e Copasir

L’intervista di Lavrov diventa un caso. Interviene Johannes Bahrke, portavoce della Commissione europea, riferendosi anche alla partecipazione ai talk show mandati in onda sui media italiani di giornalisti russi che presentano il punto di vista pro-Cremlino sulla guerra. “I canali di informazione dell’Unione europea e degli Stati membri devono vigilare e non permettere l’incitamento alla violenza o all’odio nei programmi, come previsto dalla direttiva” che disciplina le attività dei media nell’Ue. Perciò, prosegue Bahrke, “i media devono contestualizzare quando invitano giornalisti che hanno lavorato per Russia Today e Sputnik. Il valore della libertà d’espressione è di importanza fondamentale, ma qui non si tratta di censurare opinioni bensì di contrastare la disinformazione”. E proprio sul caso dei giornalisti e altri esponenti russi invitati nelle trasmissioni televisive, che per alcuni possono essere considerati funzionari del Cremlino, il presidente FdI del Copasir, Adolfo Urso, fa sapere che “l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes sarà ascoltato dal Copasir il prossimo 12 maggio; subito dopo ci sarà l’audizione del presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella”. “L’intervento di Lavrov, per le modalità in cui è avvenuto e per la montagna di fake news che ha propinato, conferma le nostre preoccupazioni – dice dall’Adnkronos – Peraltro lo avevamo evidenziato nelle nostre relazioni al Parlamento sulla modalità con cui la Russia agisce per condizionare le democrazie occidentali, di cui la disinformazione è uno dei principali strumenti, come la guerra cibernetica e lo spionaggio”.

Le reazioni, da Italia viva ad Azione

Per il partito guidato da Matteo Renzi “quanto andato in onda ieri sera su Rete4 è uno spettacolo offensivo per una democrazia come la nostra. La rete ha fatto da cassa di risonanza alla propaganda russa lasciando che Lavrov parlasse indisturbato, negando i crimini che sta compiendo senza che ci fosse alcun contraddittorio. Mentre l’Italia e tutta l’Europa si impegnano per contrastare la disinformazione di Putin, Rete4 elude questo blocco e ospita chi sta bombardando una popolazione e minacciando il mondo intero come se fosse una persona qualsiasi. È inammissibile – commenta la senatrice Laura Garavini, vicepresidente commissione Esteri e vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi – L’auspicio è che tutta la politica sia compatta contro questa deriva pericolosa. Non possiamo lasciare che la nostra informazione diventi strumento per la propaganda antioccidentale”. D’accordo il sottosegretario Ivan Scalfarotto di Italia Viva: “Il comizio di Lavrov su Mediaset è un’espressione diretta della propaganda russa: nelle nostre televisioni sta accadendo la stessa cosa accaduta con i no vax durante la pandemia. Ora come allora le tv sbagliano a rappresentare realtà e propaganda come avessero la medesima dignità: l’informazione deve rappresentare di certo la diversità di opinioni che esiste nella società, ma non è certo tenuta a farlo in modo notarile: conduttori e giornalisti possono e devono prendere posizione. Restare immobili e tacere mentre uno dice che la seconda guerra mondiale non è stata colpa di Hitler, come hanno fatto Sommi e Travaglio, non è certo buon giornalismo”. Parla di “‘imbarazzante e grave spettacolo”, quello reso ieri da Mediaset, il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. Una “operazione evidentemente concordata al massimo livello dall’editore per come è stata proposta (dalla copertina in poi)” che “faccia riflettere anche sul ruolo del servizio pubblico. Se ci fosse una Rai realmente presente e autorevole sull’informazione, episodi del genere avrebbero molta meno influenza sui telespettatori o forse non ne avrebbero alcuna”, scrive su Facebook.

Per il segretario di +Europa e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, “Lavrov, portavoce di una guerra criminale, ha detto che i massacri di Bucha sono un falso e che l’Ucraina è nelle mani di una lobby nazista: affermazioni totalmente fuori dalla realtà. Parole anche antisemite, con l’accostamento tra Hitler e Zelensky, aggiungendo che i peggiori antisemiti sono ebrei. Una realtà virtuale che la Russia propone al mondo”. Accusa direttamente l’intervistatore invece Osvaldo Napoli, deputato di Azione: “Mai una domanda sul regime di bugie in cui naviga Lavrov, una domanda sulle migliaia di arresti in Russia, sul divieto di manifestazioni, sulla soppressione di ogni libertà di espressione. Ne è uscito umiliato l’intervistatore. È stata persa una grande occasione per fare giornalismo, azzannando l’intervistato ai polpacci e chiedergli conto della violenza di un regime di cui lui è uno dei principali protagonisti. Sarei cauto nel sostenere che ne esce umiliata l’Italia. Ne esce a pezzi un giornalista. Viene il sospetto che quel monologo sia stato un grazioso regalo per ricambiare Putin del famoso lettone”.

Russia, la retorica putiniana in onda su Rete4 con l’intervista a Lavrov. Che dice: “L’operazione in Ucraina non finirà il 9 maggio”

dalla nostra inviata
Rosalba Castelletti

02 Maggio 2022

Il centrodestra difende Mediaset

L’unico a complimentarsi con Mediaset è il deputato forzista Andrea Ruggieri. “Un colpo straordinario”, commenta su Instagram per poi spiegare: “Ascoltare il delirio di Lavrov è utilissimo per milioni di spettatori italiani, capaci oggi più di ieri di intuire a che livello lunare sia la propaganda russa e che pericolo rappresenti per tutti noi. Qui non si parla di mandare in onda le cavolate di un signor nessuno come un professoruccio in cerca di visibilità, ma di fotografare pezzi di storia, grandi notizie, utili a far capire anche agli scettici antioccidentali i tempi che corrono e il relativo clima politico. Complimenti a Mediaset”. Difende Rete4, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: “Non si capisce se ad alcuni dia più fastidio Lavrov, le cui affermazioni sono ovviamente da contestare, come le ha contestate l’intervistatore, o l’emittente che le ha ospitate”. Dalla parte di Mediaset anche la Lega e la leader di FdI, Giorgia Meloni:Dopo le bestialità affermate ieri sera su Rete4 dal ministro russo Lavrov, che ha ripetuto le vergognose tesi della propaganda russa, gli italiani hanno ben compreso quanto siano insensate le giustificazioni del governo russo sull’invasione in Ucraina. Non può essere data a Mediaset la responsabilità di tali affermazioni: se oggi gli italiani comprendono meglio le ragioni per le quali è necessario difendere l’Ucraina è anche grazie alla libertà di stampa e di parola, che in Italia sono diritti costituzionali garantiti”. D’accordo la capogruppo di Fratelli d’Italia nella commissione Vigilanza Rai, Daniela Santanché, che non condivide le “indegne affermazioni del ministro russo Lavrov” e neanche “gli attacchi a Mediaset e alla trasmissione ‘Zona bianca’ mossi oggi dal Pd e dalla sinistra, che ancora una volta invocano la censura”.

Mentre il collega azzurro, il deputato Elio Vito, osserva: “La propaganda russa, la disinformazione sono parte integrante della aggressione all’Ucraina, il soliloquio di Lavrov a Rete4 non è stato solo un grave errore ma un mancato rispetto della risoluzione del Parlamento europeo e delle relazioni del Copasir”.

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