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Le idee da governo di FdI: “Scuola senza bocciature e limiti ai poteri dei pm”

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Una scuola senza più bocciati, una giustizia con poteri limitati per i pm, un welfare che prevede pensioni più corpose per gli anziani che si occupano dei nipoti. Eccoli, i punti del programma di governo della destra: spuntano quasi all’improvviso, nella mattinata della seconda giornata di lavori della conferenza di Fratelli d’Italia. Riempiono un opuscolo di una trentina di pagine, con un’introduzione scritta dall’aspirante premier Giorgia Meloni che non rinuncia a toni enfatici: “L’Italia chiamò”, è il suo incipit.

“Gli appunti per un programma conservatore” sono stati scritti con il contributo di 11 “esterni”, una rosa dentro la quale si pescherà nella scelta dei ministri. Da Guido Crosetto, co-fondatore di Fdi per il quale si sussurra già una delega (lo Sviluppo economico) al giornalista Paolo Del Debbio, dal manager di Terna Antonio Donnarumma all’ambasciatore Stefano Pontecorvo, e poi gli accademici Luca Ricolfi e Cesare Pozzi, l’ex consigliere Rai Giampaolo Pozzi, e vecchi volti delle esperienze berlusconiane, l’ex presidente del Senato Marcello Pera, l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, l’ex sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano. Quindi Carlo Nordio, che Meloni ha candidato per il Quirinale tre mesi fa. Il più applaudito al Milano convention centre, Nordio, ma anche l’unico a escludere una prospettiva personale di governo: “Io ministro della Giustizia? Non ho l’esperienza politica necessaria. Ciò non toglie che incarichi tecnici non siano fra i benvenuti”.

Intanto, c’è questa bozza che ha un’impostazione liberale, non priva di suggestioni acchiappavoti. Persino di “provocazioni”: il passaggio, a scuola, dal sistema delle bocciature a quello dei livelli. “Non ti boccio mai – è la filosofia espressa nel programma – ma anziché certificare il falso come spesso oggi avviene, alla fine della scuola secondaria certifico in modo accurato e fedele il livello di conoscenza raggiunto”. Il modello è quello degli A-levels del Regno Unito, l’ispiratore è Ricolfi: “Sarebbe una riforma rivoluzionaria”, dice alla platea di delegati di Fdi, dopo aver dato atto a Meloni di “aver raccolto idee della sinistra che erano rimaste orfane”. Nel campo della giustizia, l’idea è quella di abolire nei fatti l’obbligatorietà dell’azione penale, prevedendo che i pm possano indagare non in base a qualsiasi esposto ma solo a seguito di una notizia di reato inoltrata dalla polizia giudiziaria. Fdi vuole cancellare il reddito di cittadinanza per inserire un assegno di solidarietà destinato solo a chi ha un minore, un anziano o un disabile a carico. E ancora: sconti fiscali per chi assume madri di figli piccoli, bonus baby-sitter. In ossequio a una rigida difesa della famiglia tradizionale: “Per un bambino non è la stessa cosa – è scritto nel programma – crescere con un padre e una madre oppure con due persone dello stesso sesso”. E al bando la pratica dell’utero in affitto. Fra i punti anche una formazione costante per chi è senza impiego “in modo che il disoccupato non abbia il tempo di svolgere un lavoro in nero”. In serata, Meloni anticipa pure al Tg1 le prime cose che farebbe nelle vesti di premier. Parla di pensioni detassate per chi si occupa del sostentamento dei nipoti. Le imposte alle imprese? “Commisurate alla quantità di manodopera in rapporto al fatturato”, dice. E rilancia il ministero del Mare e il liceo del Made in Italy.

Fdi tra sfarzo craxiano e nuovo pantheon: le mosse di Meloni per fugare le ombre nere

dal nostro inviato
Emanuele Lauria

29 Aprile 2022

Su quanto queste misure siano efficaci (e realizzabili), il dibattito è aperto. Di certo, ora Meloni tende una mano agli alleati cui propone il suo programma. Da una posizione di forza che le deriva dal rappresentare il primo partito della coalizione, può consentirsi pure un buffetto: “Noi siamo in mezzo alla bufera e le bufere non si affrontano dicendo “io sono più bravo di te”: quello si fa all’asilo…”. La leader di Fdi va oltre: “Voglio rappresentare il campo del centrodestra senza alcuna sudditanza nei confronti della sinistra. Spero che Salvini e Berlusconi intendano costruire questo campo con me. Se lo vogliono fare allora bisogna semplicemente darsi delle regole”.
Ma il clima nella coalizione è in leggero miglioramento. E anche il lungo gelo fra Giorgia Meloni e Salvini si sta sciogliendo: sembra che ieri, dopo tre mesi di silenzio, ci sia stato qualche messaggino fra i due. In attesa della chiusura di oggi: l’ultimo passo di Giorgia Meloni sul trampolino milanese.

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