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Il Cavaliere lo aveva promesso, Matteo Salvini lo ha invocato “contro il signor No”, Giorgia Meloni ne ha parlato a proposito “delle cose che in Italia si pensano e non si sanno fare”. Oggetto dei desideri del centrodestra, il Ponte sullo Stretto di Messina torna al centro del programma di coalizione che sta prendendo forma in vista delle elezioni del 25 settembre.
Dal rispetto delle alleanze internazionali e degli impegni assunti nella Nato; dal presidenzialismo al riconoscimento delle Autonomie; dal no alla patrimoniale alla pace fiscale. Una bozza di 15 punti, sette cartelle in tutto, è già in circolazione. Si chiamerà “Italia domani”, lo stesso scelto dal premier Mario Draghi per il portale sul Pnrr, ma i contenuti saranno necessariamente differenti.
A partire dal tema della sicurezza, che dovrebbe essere affrontato con un decreto ad hoc già dalle prime riunioni del Consiglio dei ministri. Il riferimento è allo storico primo cdm celebrato a Napoli dal Berlusconi IV nel maggio del 2008. Si conferma dunque grande attenzione alle questioni dell’immigrazione (con lo stop agli sbarchi degli immigrati irregolari e alla creazione degli hotspot nei territori extra-europei, gestiti dall’Ue), e della sicurezza (lotta al degrado, alle mafie e alle baby gang, riqualificazione dei quartieri più disagiati, rafforzamento delle forze di polizia).
È comunque la collocazione del Paese nel perimetro auro-atlantico il primo punto della bozza, che oltre al sostegno a Kiev dovrebbe arrivare a una esplicita condanna della Russia. Con Berlusconi che solo ieri precisava che i suoi rapporti con il presidente russo erano “in un contesto assolutamente diverso”.
Sul fronte economico, nel programma viene ribadito un generico impegno sul Pnrr, si auspica un utilizzo efficiente delle risorse europee per il potenziamento della rete dell’alta velocità e, come detto, per riproporre il ponte sullo Stretto di Messina. La riduzione della pressione fiscale dovrebbe passare, tra l’altro, per un’estensione della Flat Tax per le partite Iva fino ai 100 mila euro di fatturato. Mentre si lavora a una revisione dell’attuale reddito di cittadinanza, ma qui le posizioni della Lega e degli altri partiti di coalizione sono un minimo dissonanti. Il Carroccio infatti vorrebbe trasformare la misura in un percorso di formazione lavoro per 18 mesi mentre gli alleati insistono sulla necessità di rivedere in toto la parte del provvedimento relativa alle politiche attive. Confermato invece il via libera unanime annunciato nei giorni scorsi alle riforme istituzionali, e la riforma della giustizia.
Ora la bozza passerà all’esame dei leader per le necessarie limature e l’approvazione definitiva che si auspica in settimana. Intanto Silvio Berlusconi, intervistato da Rtl 102.5, rivela di “non aver ancora deciso” se candidarsi, ma assicura che non ha nessuna intenzione di fare né il presidente del Senato, né quello del Consiglio. «L’ho fatto per dieci anni», ha aggiunto il leader di Forza Italia, che pensa «di essere più utile restando in Europa». Garantendo sull’ “alto profilo” del governo, Berlusconi ha comunque parlato della necessità di dare qualche nome prima del voto, «così da permettere agli italiani di orientarsi».
Una posizione in contrasto con quella dell’alleata Giorgia Meloni, che si era detta contraria all’indicazione dei ministri prima del 25 settembre. La leader di Fratelli d’Italia si è recata alla Versiliana di Marina di Pietrasanta, da dove in qualche modo ha plaudito all’alleanza Pd-Calenda, definendola una “buona notizia” per chi come lei crede “molto nel bipolarismo”.