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Legge elettorale, tutti contro tutti. La riforma verso il proporzionale è già in salita

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ROMA – È bastato aprire il cantiere politico Pd-Lega sulla legge elettorale per scatenare il tutti contro tutti. A questo punto, tra i distinguo dei 5Stelle (che si sono sentiti scavalcati), i sospetti di Fratelli d’Italia (che temono un trappolone), Enrico Letta chiarisce di volere coinvolgere l’intero Parlamento, pur di superare il “Rosatellum”, l’attuale “pessima” legge. L’ipotesi, a cui stanno lavorando da settimane il leghista Roberto Calderoli e il presidente dem della Commissione Affari costituzionali, Dario Parrini, su input di Matteo Salvini e dello stesso segretario del Pd, converrebbe ai partiti, consentendo nelle elezioni del 2023 di correre ciascuno con le proprie insegne, superando la camicia di forza di coalizioni sfibrate e rissose. Senza però farle scomparire, ma indicando gli apparentamenti sulla base di un programma e garantendo un premio alla coalizione che abbia raggiunto il 40 o 45% di consensi.

Esortano le capogruppo dem, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani ad accelerare: “Crediamo che per riformare la legge elettorale sia indispensabile il coinvolgimento di tutte le forze politiche in Parlamento. Sulle regole del gioco serva un’ampia discussione, con l’obiettivo di dare al Paese una legge migliore”. Dalla Lega arriva la frenata: “Le regole del gioco non si cambiano a fine partita, inutile perdere tempo e il centrodestra è già al lavoro per costruire programma e squadra di governo, chissà se Pd e 5Stelle sapranno fare altrettanto”. Anche Forza Italia con il coordinatore Antonio Tajani frena.

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di
Stefano Cappellini

08 Luglio 2022

Ma ha tutta l’aria di una partita di poker. Cambiare il Rosatellum – che è un mix di maggioritario (per 1/3 con collegi uninominali in cui è eletto il candidato di coalizione che ha avuto più voti) e di proporzionale (per 2/3 ripartiti proporzionalmente tra le coalizioni e le singole liste che abbiano superato le soglie di sbarramento), conviene a (quasi) tutti i partiti. Anche FdI con Ignazio La Russa non scarta l’idea di un proporzionale con premio di maggioranza: “È accettabile. Ma noi non ci fidiamo, in questi casi si sa dove si parte ma non dove si finisce…”. Temono che il premio di maggioranza possa saltare con un colpo di mano nel voto finale, per penalizzare Giorgia Meloni e la sua ambizione di premiership.

I 5Stelle preferiscono un proporzionale secco, come il “Brescellum”, la legge già in discussione alla Camera, con una soglia di sbarramento al 5% e che porta la firma di Giuseppe Brescia, il presidente grillino della commissione Affari costituzionali di Montecitorio. Ma sul “Brescellum” è stallo: il centrodestra non ne vuole sentire parlare, come del resto i renziani. Anche la sinistra e Articolo Uno vorrebbero un proporzionale senza aggiustamenti e Federico Fornaro ricorda che due questioni comunque non sono state affrontate: la soglia di sbarramento e come gli elettori scelgono gli eletti. Un punto cruciale: preferenze, listini corti, o quale altro sistema?

Dal Nazareno, in mezzo al Vietnam scatenato dalla semplice idea di coinvolgere la destra e la Lega in primis, essendo il partito di maggioranza relativa, precisano: “Nessun blitz o fuga in avanti, ma appunto una discussione che coinvolga tutte le forze politiche. Ad oggi non c’è una specifica proposta del Pd, ma senz’altro c’è una volontà e una disponibilità del Pd a spingere per la riforma”.

Ulteriore puntualizzazione dei Dem: “D’altra parte, la legge elettorale è uno strumento. Non risolve di per sé i problemi politici ai quali bisogna dare risposte politiche”. La questione del “campo largo” ad esempio, l’alleanza cioè con i grillini e altre forze, non dipende da una legge elettorale proporzionale. Così come le lotte interne al centrodestra, sono un nodo politico da sciogliere. Twitta il coordinatore dei sindaci dem, Matteo Ricci: “Una nuova legge elettorale passa dalla Lega. Se vogliono fare i minor party della Meloni, non si cambia”. Lunedì seminario a porte chiuse della fondazione Astrid su “Rosatellum o nuova legge elettorale? Verso le elezioni politiche 2023”. Coordinati da Franco Bassanini ne discutono esponenti delle forze politiche, politologi e giuristi.

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